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mercoledì 19 dicembre 2007

Una moratoria per i senza tetto

Dire quanti sono è quasi impossibile, forse per questo li chiamano invisibili. L’ultima stima, fatta dal mensile di strada Scarp de’ Tenis, risale al 2005 e calcola tra 65 e 110 mila il numero delle persone senza tetto. Un dato di gran lunga inferiore rispetto ad un’indagine, più o meno dello stesso periodo, condotta dalla Federazione Europea delle Associazioni Nazionali che lavora con i senza fissa dimora: la Federazione ritiene che siano dai 150 ai 200 mila quelli che non avrebbero il conforto di una casa propria. Di questi, 60-90 mila sarebbero privi di qualsiasi sistemazione. Nel corso degli anni è anche cambiato l’identikit degli homeless. Pensare soltanto ad uomini adulti con problemi di alcol è riduttivo. L’immigrazione e le difficoltà economiche hanno allargato le categorie: per strada oggi si trovano molte, moltissime donne e molti working poors, ovvero gente che lavora regolarmente ma che non guadagna a sufficienza per pagarsi un affitto. Per chi vive sotto la soglia della povertà, con 7-800 euro al mese, basta poco - una separazione, un lutto, che priva di una pur altrettanto misera entrata - per non essere più in grado di sostenere la spesa di una casa. Fortunatamente questo paese gode ancora di una rete di protezione privata fatta di associazioni di volontariato, laiche e cattoliche, di preti illuminati, che distribuiscono pasti caldi, coperte, vestiti, che riadattano locali per le emergenze e che non chiedono nulla, nemmeno i documenti, perché a differenza dei ricchi, i poveri sono davvero tutti uguali. Certo questo lavoro meritorio e impagabile non è sufficiente per far fronte a numeri enormi: 200 mila persone sono una città italiana di medie dimensioni, come Brescia o Verona. Varrebbe la pena che qualcuno ci pensasse. Magari anche chi nel Pd si occupa con un accanimento quasi morboso di quello che accade nel letto degli italiani, dettando regole, modi, tempi e spinte pelviche. Demagogia? Provate a dormire su una panchina a -5 e poi ne riparliamo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Per ovviare alle notti gelide sulle panchine è nata la solidale idea dello sceriffo di Verona tosi: le panchine comunali per fachiri. E voi subito a pensar male...