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martedì 19 gennaio 2010

Vita da pendolare

Anche questa mattina, per il diciannovesimo giorno consecutivo dall’inizio dell’anno, il regionale della 7.34 per Verona era in ritardo. Un’ora e 10 minuti all’arrivo a Porta Nuova. Mezzora accumulata da Milano a Brescia per fare strada a 3 Eurostar, gli altri 40 minuti perché qualcuno ha urtato lo scambio al passaggio a livello di Rezzato, mandando in tilt il traffico. Tutti i treni sulla linea sono quindi stati bloccati, in attesa che la polizia locale arrivasse a regolare il flusso delle automobili e che ai convogli venisse assegnata la priorità di transito. Il bigliettaio, o come adesso si chiama l’uomo che ti controlla il biglietto, è passato nelle carrozze per spiegare l’accaduto, dicendo che purtroppo… ma che confidava… e comunque che eravamo in buona posizione per l’assegnazione della prescrizione. La prescrizione? Ecco, subito a mettere le mani avanti…

giovedì 14 gennaio 2010

Compositori

Quando un’azienda è allo sbando lo si percepisce anche dalle piccole cose. Ormai non dovrei più stupirmi di nulla, sia per età anagrafica che di pendolarismo, ma ieri sera credo di aver toccato con mano l’assurdo. Il treno regionale delle 17.40 Verona Milano esce dal deposito di Porta Nuova: teoricamente non ci dovrebbero quindi essere problemi di ritardi. Invece alle 17.30 sul tabellone elettronico compare un delay di 15 minuti. Why? Boh, nessuno si prende la briga di spiegarlo. E già qui ci sarebbe da dire. Gli speakers si occupano d’altro. Anzi, arrivano al paradosso di annunciare un treno in partenza dal binario 11 un’ora più tardi. Dal deposito il convoglio si presenta alle 17.50, 5 minuti prima dell’orario di semaforo verde stabilito. E anche qui pensi: visto che l’orario è immutato da settimane e lo rimarrà almeno fino alla prossima estate, non era il caso di prepararsi un po’ prima? A quel punto comunque si capisce che ci sarà un ulteriore slittamento, perché oltre alle carrozze bisogna aspettare la disponibilità di un locomotore nella direzione giusta di marcia. Alle 18.10 siamo inesorabilmente ancora fermi al binario. Dalla centrale operativa nessuna comunicazione, non dico sulle ragioni e sull’ipotesi del ritardo, che evidentemente non si sa ancora, ma per esempio per dire che i viaggiatori con destinazione Brescia, volendo, possono usufruire del regionale delle 18.08 che ferma in tutte le stazioni. Uno perlomeno si regola. In compenso apprendo l’andamento del traffico sulle linee smistate da Verona delle 4 ore successive. Decido di affacciarmi alla porta per chiedere informazioni al capotreno. Purtroppo non riescono ad agganciare il locomotore, ma ormai è questione di minuti. Il treno si muove alle 18.15, 35 minuti dopo l’orario originario. La giustificazione di ferroviedellostato, diffusa finalmente urbi et orbi, è degna di quel genio del loro ad: ci scusiamo per il ritardo dovuto a problemi nella composizione del treno.

venerdì 8 gennaio 2010

Cortesia FS

Venticinque minuti di ritardo accumulati in un’ora di tragitto da Milano a Brescia per lasciare la via libera a due Eurostar, a loro volta in ritardo ma con diritto di precedenza. Una signora chiede al capotreno l’orario di arrivo a Verona e riferisce della necessità assoluta di prendere la coincidenza per Bolzano delle 8.42: deve raggiungere il padre gravemente malato, spiega. Fosse stato in orario, il regionale sarebbe dovuto arrivare a Verona alle 8.20. Il capotreno telefona al collega – o almeno dice – chiedendogli la cortesia di aspettare un paio di minuti. Impossibile. Entriamo in stazione al binario 7 esattamente alle 8.42 mentre dal 12 si muove il regionale per Bolzano. Era davvero questione di un paio di minuti.

giovedì 7 gennaio 2010

Un treno di desideri? No, il desiderio di un treno

Il pm Guariniello mette il naso nella debacle dei frecciarossa: non è un’indagine penale ma conoscitiva, per capire perché i tanto sbandierati treni fast abbiano viaggiato e stiano viaggiando con il freno a mano tirato, a prescindere cioè dal maltempo delle feste e dai preziosi consigli da boy scout dell’ad Moretti. Detto questo e letto dell’altra indagine aperta dal Codacons sulla giungla di tariffe di Trenitalia, la principale azienda di trasporti statale ha pensato bene di aumentare comunque i prezzi, nonostante la qualità del servizio, sia in termini di ritardi che di accoglienza sui convogli sia rimasta immutata. L’abbonamento mensile per il percorso Brescia - Verona Porta Nuova dell’Eurostar City è passato da 93 a 106 euro: un aumento cioè del 12-13%, se la matematica non mi fa difetto. Il problema ulteriore è che l’ondata di Eurostar introdotta nell’ultimo anno ha finito per penalizzare l’offerta regionale, tagliata in modo indiscriminato, collocata in orari poco agevoli e in ogni caso alla mercé delle linee veloci: un convoglio regionale subisce i ritardi degli Eurostar o perché è in coda o perché deve fermarsi e lasciar passare questi ultimi in alcuni incroci particolari, aumentando la catena dei delay. Molti pendolari si sono quindi trovati a non aver scelta: per arrivare con meno ritardo al lavoro hanno dovuto accollarsi un ticket doppio rispetto al passato. Che dire? Personalmente mi costa, ma a questo punto speriamo nella privatizzazione, nell’arrivo di altre società che aprano una concorrenza vera nel mercato ferroviario. Anche se credo che la concorrenza verrà giocata sul terreno dell’alta velocità e non certo sulle linee degli straccioni. In ogni caso già oggi mi risulta che l’Eurostar che parte intorno alle 7 da Milano e va a Monaco, fino al 13 dicembre gestito da Trenitalia e dal giorno di Santa Lucia passato alle ferrovie svizzere (mi pare), anche durante i giorni neri a cavallo di Natale abbia viaggiato in orario e con la possibilità di acquistare il biglietto direttamente sul treno senza maggiorazioni. Treno fantasma peraltro, perché notizie in merito si hanno solo attraverso il tam tam dei forzati della strada ferrata: nelle stazioni si guardano bene dal fornire informazioni al riguardo.