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mercoledì 26 ottobre 2011

In undici righe

Per chi si fosse distratto o arrivasse da Marte, in undici righe Michele Serra riassume 17 anni di politica italiana. 

L' AMACA


25 ottobre 2011 — pagina 46 sezione: COMMENTI

Certo che duole, la risatina franco-tedesca di scherno all' indirizzo del nostro (ridicolo) capo del governo. Ma ce la siamo meritata, no? Come italiani, voglio dire, come comunità di persone che non è stata in grado, in quasi vent' anni, prima di evitare e poi di far cessare una tragica farsa che si configurava esattamente tale già in partenza, con tutto quel cerone, quelle promesse assurde, quelle smargiassate da guitto, quella ricchezza smodata, quel reclutamento di mediocri purché obbedienti. E se per questo fallimento storico portiamo tutti almeno una briciola di colpa, l' onorevole Casini, che oggi fa le sue rimostranze da italiano offeso e reclama maggiore rispetto per il nostro Paese, ha invece colpe grandi come una montagna. Insieme a coloro che per anni hanno appoggiato Berlusconi per trarne vantaggi politici e visibilità personale. Non bisognava essere dei geni, e neanche essere di sinistra, per intuire il calibro di quell' uomo e la precarietà di quell' avventura. Se oggi il mondo ride di noi, l' onorevole Casini e l' intero novero degli alleati di Berlusconi, per primi i tanti confindustriali oggi preoccupati ma ieri plaudenti, devono considerarsi, a buon diritto, cointestatari di quelle risate. Ne hanno il diritto, se le sono conquistate sul campo. MICHELE SERRA

venerdì 14 ottobre 2011

Io sto con Fede

La mia professione di fede non è riferita al vecchio sensale del premier ma all’algida Pellegrini, campionessa di Spinea, una delle poche italiane vincenti, che ha dichiarato preventivamente, in caso qualcuno glielo volesse proporre, che lei non intende fare da portabandiera alla cerimonia d’apertura delle prossime Olimpiadi di Londra.  Il giorno dopo l’evento, la Fede dovrà già scendere in acqua e le troppe ore in piedi durante l’inutile passerella potrebbero influire negativamente sulle sue prestazioni. Apriti cielo. A stretto giro è arrivata la replica del presidente del Coni, Gianni Petrucci, replica invero doverosa dal punto di vista istituzionale, seguita da qualche intervento di atleti, ex atleti, presunti atleti, ecc. ecc. Ora, il primo obiettivo di uno sportivo che partecipa ad una competizione, soprattutto se così prestigiosa come un’Olimpiade,  è quello di vincere. Si prepara per anni all’appuntamento:  giorni di allenamento per mettere nelle gambe fondo e velocità, per migliorare i particolari, superare le difficoltà, le ansie, vincere le paure, conquistare quell’equilibrio psicofisico in grado di garantire la prestazione. Se Federica Pellegrini ritiene che qualcosa o qualcuno, dal vedere la foto di Petrucci a portare la bandiera alla cerimonia, possa interferire con questo obiettivo, è giusto che lo dica. La bandiera la può portare qualcuno che si sa sin d’ora concluderà la sua esperienza olimpica alle batterie di qualificazione. Almeno potrà raccontare ai nipoti di aver avuto l’onore di rappresentare l’Italia in mondovisione. Domani nessuno si ricorderà di chi ha vinto l’argento o il bronzo in una qualsiasi gara, figuriamoci di chi ha portato la bandiera. Certo, siccome siamo un paese meschino, rancoroso e vendicativo, se Federica Pellegrini dovesse per un qualsiasi motivo non salire sul gradino più alto del podio, le verrà rinfacciata la storia della bandiera e bla bla bla, dimenticando di tutto quello fatto finora. Ma credo che, ad oggi, per impedirle di vincere bisognerebbe spararle.

giovedì 6 ottobre 2011

Il partito della figa

Secondo lui si aderisce ad un partito non per una condivisione, prima di tutto ideale, ma per una questione di nome, di marketing, insomma. Mi piace, non mi piace; bello, brutto; buono, cattivo; cacca, fame, nanna. Annusiamoci il culo come i cani e siamo a bolla. L’involuzione della specie. La caduta libera del pdl non è quindi dovuta al malgoverno e agli annessi e connessi, ma al marchio. Che non è più nel cuore della gente, per dirla con le sue parole. Quindi?. Quindi si accettano suggerimenti e in ogni caso farà fare dei sondaggi. Fin qui, onestamente nulla di nuovo. Il modello che Berlusconi propone da sempre è questo, perché dovrebbe cambiarlo ora? Nemmeno il baratro sul quale siamo in bilico, è evidente, lo smuove dal suo delirio e i suoi figuranti con lui. Quello che è inaccettabile, ancora di più oggi, è il patetico buttare tutto in vacca, da piacione di paese, che da di gomito, racconta barzelletta a cui tutti ridono per pietà pensando che coglione: “Mi dicono che il nome che avrebbe maggiore successo è Forza Gnocca". Mentre il capo del governo discettava di figa, a Barletta erano in corso i funerali di 5 giovani donne morte per il crollo della palazzina dove lavoravano in nero per 4 euro l’ora.