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domenica 25 settembre 2011

Applausi

La storia è realmente accaduta quest'estate. A raccontarmela è un'amica e collega. Siamo in un piccolo paese di villeggiatura sulle colline veronesi. Paese che un tempo si sarebbe definito bianco. Oggi enclave berlusconiana. L'annotazione non è di maniera e il senso lo si capirà alla fine. Domenica mattina, all'ora della messa. La chiesa è come al solito piena di fedeli. Quel giorno a celebrare non è il parroco ma un anziano missionario, nativo del posto, che periodicamente torna dall'Africa a respirare un po' d'aria di casa. Espletate le formule di rito, il missionario inizia a parlare e ai presenti racconta della sua realtà quotidiana. Poi di come dalla Guinea Bissau, grazie a internet, vede l'Italia. E quello che legge in rete non gli piace. Non tanto per lui, che ormai è vecchio e lontano. Ma per loro. Il suo ragionamento è semplice. Così come sono chiare e forti le parole, ingentilite solo dalla erre arrotata e dal sorriso. C'è una classe politica che vi sta rubando il futuro: dovete ribellarvi, non potete subire in silenzio. I missionari, si sa, fanno parte della chiesa di roma solo per statuto. Sono anime candide. Probabilmente è quello che li salva dall'orrore con cui spesso sono costretti a convivere. Il parroco invece è visibilmente imbarazzato. I suoi di interventi dal pulpito sono solitamente di senso contrario. Il miracolo arriva però al termine della predica. Una cosa mai vista, mi dice la mia amica. Che non si fa, per il rispetto dovuto al luogo sacro. Quando il missionario smette di parlare, parte spontaneo e contagioso l'applauso.

Lo strano silenzio della Chiesa

mercoledì 21 settembre 2011

La Papi tax

Secondo Nouriel Roubini, il solo annuncio delle dimissioni di Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi porterebbe a ridurre lo spread fra i btp e i bund tedeschi decennali fra i 50 e i 100 punti base, in modo permanente. Prendiamo il livello più basso di questa forchetta di valori. A regime implica risparmi della spesa per interessi sul debito di più di mezzo punto di pil. Verrebbero ottenuti gradualmente man mano che i titoli vanno a scadenza e vengono rinnovati con nuove emissioni. Circa due miliardi in meno nel primo anno, poi 3,5 nel secondo anno fino a raggiungere8 miliardi nell' arco di 7-8 anni. Non so come Nouriel Roubini sia arrivato a questa stima, ma so che ha frequenti contatti con gestori di hedge funds, fondi pensione e fondi comuni di investimento e con loro discute scelte macroeconomiche di portafoglio, su quali Paesi investire e quanto investire. Alcuni studi hanno provato a quantificare gli effetti degli annunci degli scandali sessuali del premier sui rendimenti dei nostri titoli di stato trovando che questi hanno contribuito ad allargare lo spread in modo statisticamente significativo.

La Repubblica

Nouriel Roubini

lunedì 19 settembre 2011

Vergognati Giovanardi

Perché esiste Giovanardi? Perché un uomo così siede da un milione di anni in Parlamento, a volte anche con incarichi di governo? Passi - ma anche no, è ora di smetterla di giustificare dichiarazioni ridicole e fuori luogo: Giovanardi non è un comico, o perlomeno non dovrebbe esserlo – passi, dicevo, che se la prenda con Madonna (nel senso della cantante/attrice/regista, non della Vergine), chiedendo di boicottarne il film presentato alla mostra di Venezia, perché la suddetta avrebbe espresso giudizi poco lusinghieri sul presidente del consiglio. Non ha il senso della famiglia avrebbe detto Giovanardi, come se il suo padrone fosse un esempio di virtù. Non contento ha quindi aggiunto: “Il pensiero politico di Madonna su Berlusconi non conta nulla. Gli italiani sanno che è una supermiliardaria e non è che la gente si lasci irretire da questi satrapi ricchi e viziati". Poi finalmente l’hanno spento, per pietà. Ma del resto si sa che Giovanardi quando apre bocca fa più danni di qualsiasi intercettazione. Passi, dicevo, (ma anche no), l’uscita infelice sulla signora Ciccone. Tanto più che Madonna non leggerà mai le dichiarazioni di Giovanardi - who is? - e se mai lo facesse le basterebbe fare una ricerca su google immagini per capire tante cose di quest’uomo, e, purtroppo, anche dell’Italia. Quello che è intollerabile è che Giovanardi intervenga sulla decisione del giudice monocratico di Palermo di accordare 100 milioni di euro di risarcimento ai parenti delle vittime della strage di Ustica, condannando al pagamento i ministeri della difesa e dei trasporti, per “omissioni, negligenze e depistaggi”: i ministeri non prevennero cioè il disastro e poi impedirono l’accertamento dei fatti. Giovanardi, dall’alto del suo sottosegretariato al leccaggio di culo, ha fatto sapere che lo Stato ricorrerà contro la sentenza, sostenendo la tesi della bomba a bordo, cancellando trent’anni di vergogna, di registrazioni manomesse, sparizioni di tracciati radar, registri bruciati, morti misteriose di militari che sapevano e potevano parlare, di intimidazioni a giudici e periti. Tutti fatti accertati e incomprensibili se la causa fosse stata davvero una bomba. La realtà è che, con ogni probabilità, quella notte del 27 giugno 1980 sui cieli di Ustica c’era in atto una guerra e un missile è sfuggito al controllo dei contendenti andando a colpire il DC 9 Itavia con 81 passeggeri a bordo: 69 adulti e 12 bambini che tornavano a casa o andavano in vacanza. 81 famiglie che non hanno ancora avuto una verità perché è una verità che l’Italia non ha il coraggio o il potere di dire. 81 famiglie a cui oggi il ministro della famiglia vuole negare un risarcimento dovuto, non foss’altro per vergogna.


Il Fatto Quotidiano

Il Fatto Quotidiano

Il Fatto Quotidiano

Il Muro di gomma

martedì 13 settembre 2011

Angelino, anche meno

Angelino, anche meno. Prima ha detto che dopo Berlusconi ci sarà solo Berlusconi, e la lega (ma non solo) non l’ha presa benissimo. Poi, che chi non vuole giocare per vincere si può accomodare a bordo campo, rispondendo ai malpancisti interni che hanno già sentito puzza di cadavere e, in ragione della loro storia personale e con le conseguenti modalità, si stanno dando da fare per sganciarsi in tempo. Il cavaliere è politicamente morto, lo sanno tutti anche all’interno del centrodestra, probabilmente ne è consapevole  lo stesso coro plaudente, solo che nessuno ha il coraggio di dirglielo. A parte Letta e Confalonieri, gli amici di una vita, gli unici al di sopra di ogni sospetto di tradimento, che pare gli abbiano consigliato di trattare una exit strategy: per amor di patria, del futuro del pdl e della sua roba. Per questo, Angelino, anche meno, se vuoi trovare legittimazione come il leader (o uno dei leader) del dopo: perché il dopo ci sarà, Angelino, rassegnati.  A meno che tanta foga è dovuta alla consapevolezza – ammessa dallo stesso Alfano rispondendo a chi gli suggeriva di pensare al proprio futuro politico - che dopo Berlusconi nessuno di loro ci sarà più. 

venerdì 9 settembre 2011

Viaggio premio

Sono due giorni che le prime tre carrozze del mio treno per Verona sono chiuse. Mi piace pensare che sia l'omaggio di Trenitalia per i lunghi anni di onorato servizio: un viaggio premio prima della rottamazione senza il peso di passeggeri spesso molesti e a volte maleodoranti.

mercoledì 7 settembre 2011

Nemmeno un sottosegretario per Mino

Ieri Brescia ha reso omaggio all'ex sindaco Mino Martinazzoli, l’ultimo segretario della democrazia cristiana, traghettatore di quel che rimaneva dello scudo crociato, dopo l’uragano di tangentopoli, nel partito popolare. Nelle navate del Duomo, tra le migliaia di semplici cittadini, c’erano, in ordine sparso, alcuni dei compagni di viaggio di un tempo: Rosy Bindi e Casini, Enrico Letta, Franceschini, Follini, Castagnetti. C'era il segretario del Pd Bersani. I servizi e i televideo delle televisioni locali ieri sera sottolineavano la totale assenza del governo al funerale di un uomo che è stato tre volte ministro ed ha sempre onorato e rispettato le istituzioni. Nemmeno un sottosegretario ha sentito il dovere di chinare la testa di fronte al feretro di un uomo che, per giudizio unanime, era considerato tra i pochi politici onesti e specchiati. Ecco, appunto, onesti e specchiati.

sabato 3 settembre 2011

Qualcos(in)a di sinistra

Credo ancora nella politica come un processo di costruzione dialettica del consenso intorno a un'idea. Credo anche che per offrire un contributo al paese si debba studiare tanto, iniziare dalla gavetta ed impegnarsi a fondo: per questo non sono contrario ai professionisti e temo come la peste i tanti 'prestati' dalla società civile, idea che poteva avere anche un senso nel post tangentopoli ma che è sevita solo ad aprire le porte dei palazzi a piccoli ras di quartiere, imbarazzanti più di Cetto Laqualunque, e a troie d'alto bordo. Detto questo e premesso che non mi è simpatico, Mattero Renzi ha ragione.

venerdì 2 settembre 2011

Abazo la squola

Ci sono piccole storie che passano via come l’acqua ma che invece sono  emblematiche della civiltà di un paese  e della sua percezione del diritto. Leggevo ieri sugli online di diversi quotidiani di questa insegnante siciliana di educazione artistica che a 63 anni, e dopo 37 di precariato in tour per le scuole dell’isola, ha finalmente ottenuto la nomina di ruolo. La signora ha accolto la notizia in lacrime dicendo di considerarsi comunque fortunata, visto il periodo di crisi e bla bla bla. Ora, ognuno è libero di reagire come crede e quindi assoluto rispetto per i sentimenti di tutti, resta il fatto che alla signora in questione questo Stato ha negato per tutta la vita un diritto acquisito. E la titolarità della cattedra a due anni dalla pensione risulta più una beffa che altro. Certo, nell’euforia per il traguardo tanto atteso, forse non si può pretendere (anche se sarebbe auspicabile) che uno si metta a puntualizzare, quello che mi fa specie è che un giornalista si limiti a riportare il fatto con toni da libro Cuore senza minimamente accennare ad un palese sopruso e alla stortura di un sistema perverso.