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giovedì 22 luglio 2010

Bananas

"Questo modello di partito non ha funzionato: non esiste, nel mondo occidentale, un altro partito come il Pdl che non ha sedi, circoli, segretari di sezione, presidente di circoli, consiglieri regionali eletti dalla base. Esiste solo in Sud America e in alcuni Paesi asiatici"

Italo Bocchino, deputato PDL

mercoledì 21 luglio 2010

Opposizioni

A proposito di opposizioni. Sorridevo leggendo questo aforisma (battuta, giudizio, sentenza, fate voi) sul blog spinoza.it: Recenti indagini hanno svelato l’esistenza di un’associazione con fini politici che agisce nella completa oscurità: il Pd. Poi ho cambiato pagina e mi sono imbattuto nel lancio ansa che segue.

INDIA: LANCIO CIABATTE IN PARLAMENTO, 67 ESPULSI IN BIHAR
NEW DELHI
(ANSA) - NEW DELHI, 21 LUG - E' scoppiato il pandemonio oggi al parlamento locale dello stato settentrionale del Bihar in India dove 67 deputati dell'opposizioni sono stati espulsi e trascinati con la forza fuori dall'aula dopo aver passato la notte su un materasso in fondo all'emiciclo. Infuriati per la decisione, i politici hanno lanciato sedie, microfoni e perfino una ciabatta che ha sfiorato il presidente della camera Udai Narain Choudry. Alcune televisioni locali hanno mostrato le immagini di una deputata, Kumari Joty, che in piena crisi isterica perché non poteva entrare nell'aula, sollevava in aria dei vasi di fiori e li gettava a terra con forza. Dopo una collutazione con gli uscieri, un parlamentare è svenuto ed è stato portato via in ambulanza. Altri hanno riportato ferite e lesioni. Da due giorni l'opposizione chiede le dimissioni del leader del Bihar, Nitish Kumar, per una vicenda di corruzione, un fenomeno abbastanza frequente nello stato che è uno dei più poveri e arretrati dell'Unione indiana e che tra qualche mese andrà alle urne per il rinnovo dell'assemblea legislativa. (ANSA).

martedì 6 luglio 2010

Patti di sangue

(…) Ma è ancora più grave, perché rivelatrice, la seconda lezione che si deve trarre dal caso Berlusconi-Brancher. Ed è il rapporto inconfessabile che lega il nostro Presidente del Consiglio ad alcuni uomini - ieri Previti, oggi Brancher, ieri, oggi e domani Dell'Utri - che conoscono e partecipano il segreto oscuro delle origini. Fra questi personaggi e il Cavaliere il rapporto sotto pressione diventa drammatico e costringente da entrambe le parti. Un rapporto servo-padrone ma con i ruoli che si scambiano, perché è via via sempre più palese che entrambi agiscono in una dipendenza reciproca che li obbliga terribilmente, di cui non possono liberarsi: semplicemente perché ognuno sa ciò che l'altro conosce, e non c'è salvezza fuori da questo legame costrittivo, per sempre (…)

lunedì 5 luglio 2010

Famigli

Dopo 18 giorni da ministro di non si sa che cosa, non lo sapeva nemmeno lui, l’Aldo è stato costretto a dimettersi. Ma non è stato un improvviso rigurgito di dignità personale e istituzionale a convincerlo a lasciare il ministero del nulla, senza deleghe e portafoglio, che occupava da poco più di 2 settimane, bensì un sussulto di indignazione collettiva, bipartisan se vogliamo. Nel senso che l'Aldo non solo era intollerabile per l’opposizione, ma era diventato talmente ingombrante per gli stessi interessi di parte della maggioranza, con i dovuti distinguo tra finiani e leghisti, che gli è stata messa in mano la penna per firmare il suo addio.
Nessun chapeau dunque a Brancher, come si è affrettato a commentare un po’ bastardamente Italo Bocchino, il primo probabilmente ad esultare politicamente per questa soluzione. Era una posizione oggettivamente indifendibile quella dell’Aldo, tanto che anche chi gli aveva confezionato il ministero ad personam non ha potuto far altro che ammettere l’errore. Non pubblicamente, ci mancherebbe. Scelta condivisa, ha detto Silvio tessendo le lodi del suo famiglio, al quale sicuramente avrà dato ampie rassicurazioni in cambio del silenzio, perché ne deve sapere di cose l’Aldo, altrimenti non si spiega il ministero al legittimo impedimento.