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lunedì 10 dicembre 2007

Solo operai

Ogni giorno muoiono in media sul lavoro 4 persone. Un tributo insopportabile di vite umane destinato a crescere proporzionalmente all’allargamento della forbice tra il dibattito politico e la realtà quotidiana degli operai nelle fabbriche. Lo snodo è tutto qui. I cambiamenti economici, il ridimensionamento o lo smantellamento della grandi fabbriche, il trasferimento della produzione in mercati dove la manodopera costa meno, la riconversione produttiva, hanno reso invisibili 7 milioni di uomini e donne, 2 milioni e mezzo nel solo settore metalmeccanico, che per 250 e passa giorni all’anno varcano i cancelli e timbrano il cartellino di una qualsiasi industria della nostra penisola. La scomparsa dall’agenda politica, straordinariamente attenta e in fibrillazione per ragioni di fede ma poco partecipe quando c’è in gioco l’etica, la dignità e il diritto dei cittadini, ha decretato l’isolamento dei lavoratori manuali. L’operaio non esiste più. Missing. Scomparso. Cancellato anche dalla televisione, l’unico mezzo che certifica l’esistenza o meno di una categoria. E se neanche Bonolis, per dire, ti riconosce e ti manda in onda come puoi pretendere che ci sia qualcuno a difenderti? O anche solo qualcuno delegato a far rispettare le norme che regolamentano la sicurezza sui posti di lavoro? Norme di fatto solo sulla carta visto che mancano ancora i decreti attuativi. Forse verranno approvati in settimana in tutta urgenza. Il ricatto della produttività, l’esigenza di far fronte alle commesse in tempi sempre più stretti e con personale ridotto all’osso, in gran parte interinale, gli appalti assegnati al minimo ribasso, alzano la posta, tolgono la rete di protezione nei reparti a più alto rischio o nei cantieri edili, dove le maestranze spesso non esistono nemmeno sul libro paga: doppiamente invisibili, salvo riacquistare il proprio corpo quando, purtroppo, cadono da un’impalcatura. Ecco dunque l’attacco all’articolo 18, fortunatamente respinto, ecco l’approvazione della legge 66 che cancella il tetto massimo delle ore lavorative settimanali. Del resto, come si fa a campare, a mantenere una famiglia con 1.100 euro al mese? Per forza si devono accettare gli straordinari, i turni doppi, fino allo sfinimento, quando la minima disattenzione può costare la vita. L’Italia ha i più bassi salari di tutta Europa. L’ha detto il prof. Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia. Più del 40% delle famiglie vive con un reddito inferiore ai 1.300 euro al mese. Un terzo dei lavoratori ha cambiato già due impieghi da quando è sul mercato. Un tempo quando un giovane trovava il posto fisso, pensava a sposarsi e a cercare casa vicino alla fabbrica o all’ufficio, perché era molto alta la possibilità che la sua vita si sarebbe svolta tutta in quel contesto. Con orgoglio, salendo fin dove possibile la scala gerarchica e finalmente, dopo 35 anni, andare in pensione. Oggi il sistema è cambiato e sarebbe utopistico ragionare con quei parametri. Non è ammissibile però che flessibilità sia sinonimo di precarietà, che finisce per svilire non solo le professionalità ma soprattutto le persone, vuoti a perdere di un’economia bastarda. Quel che fa male, oltre al dolore dell’ultima tragedia, è – come ha detto Pietro Ingrao – che non c'è stato uno scatto nel paese, nelle istituzioni, un allarme per questi eventi che si ripetono. “Ma cosa deve ancora succedere – si è chiesto l’ex presidente della Camera - perché su questo tema antico del rapporto uomo-fatica, un potere costituito si turbi, si preoccupi, si domandi "che dobbiamo fare"? Ingrao si sarebbe aspettato che di fronte all’orrore delle morti bianche “le due assemblee politiche, Camera e Senato, avessero troncato il loro lavoro per aprire il dibattito sull'evento torinese, non foss'altro per parlare da lontano a coloro che stavano morendo o rischiavano ancora la morte”. Non è stato così. Anzi, tra pochi giorni, “l'evento cupo di Torino si dissolverà, impallidirà, senza diventare un fatto emblematico e rivelatore”. Anche perché non ci saranno tifosi a ricordare con i loro cori i caduti della Thyssenkrupp. Solo operai.

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