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mercoledì 27 novembre 2013

La B. decadance

E’ in giorni come questi che uno dimostra veramente da che parte sta. In quali ideali crede. In quali colori. In giorni da dento o fuori non ci sono scusanti, lo spirito d’appartenenza, l’amore, la rabbia anche, per i tanti torti subiti, le ingiurie, le accuse più infamanti, devono darci ancora più forza per trasmetterla a chi affronta questa battaglia decisiva. Consapevoli, anzi, certi, che non sarà l’ultima. Sono milioni, siamo in milioni orgogliosi di quello che è stato fatto, delle vittorie, tante, e non solo in Italia, che ci hanno consentito di sventolare le nostre bandiere in tutte le piazze. In ogni caso, comunque andrà a finire, saremo sempre qui, pronti a ripartire, con gli stessi colori, gli stessi ideali, lo stesso amore. Forza Juve.

venerdì 8 novembre 2013

Berlusconi, tuo. Come le suore e la prinz verde

Le uscite fuori luogo (per non dire altro) di Berlusconi sono diventate ormai come le gaffe di Mike Bongiorno: dopo un po’ te l’aspetti. E poi perché stupirsi visto che i due protagonisti, parlandone da vivi, avrebbero potuto tranquillamente scambiarsi i ruoli in commedia, e magari, chissà, ne avrebbe guadagnato anche lo spettacolo?  La colpa grave, oltre all’accettazione passiva di questa situazione, dove non si distingue più chi è il politico e chi è il guitto, è la connivenza della stampa. La connivenza  di chi avrebbe il compito di smascherare questo gioco al massacro e invece lo alimenta per mantenersi in vita. Non è necessario che ogni scoreggia che fa Berlusconi, ma come lui chiunque altro, venga riportata dai giornali. Non è necessario che gli editorialisti si impegnino a commentare, o che vengano intervistati gli esponenti della comunità ebraica per stigmatizzare l’ultimo infelice paragone di B. tra i suoi figli e i perseguitati dei lager nazisti. Qual è stato il risultato? Per l’ennesima volta, anche adesso che sta per scomparire dalle istituzioni e che sta trattando la resa,  è stato ribadito il concetto che il personaggio è incommentabile (ma non lo sapevamo dal ’94?) e che sarebbe meglio ignorarlo. Nel frattempo però, quorum ego, si sta parlando ancora di lui. E con quale obiettivo? Che gli italiani si rendano conto con chi hanno a che fare? Visto come sono andate le cose non mi sembra una grande strategia. Chi legge i giornali che mettono alla berlina il cav sono già oltre. Gli altri sono quelli che ridono alle barzellette e gli invidiano le fighe (in questo caso la parte per il tutto è quanto mai opportuna). Che fare, dunque? Una soluzione ci sarebbe. Invece di fare da cassa di risonanza, nelle redazioni, quando arriva una dichiarazione o un video messaggio di Berlusconi, dovrebbero limitarsi a passarselo. Come si faceva con le suore o la Prinz verde. Tuo.