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lunedì 17 dicembre 2007

Laicità

(….) La laicità senza aggettivi riposa esclusivamente sul principio di non imporre ai cittadini altro vincolo all’infuori di quello che vieta a ciascuno di limitare la libertà altrui e di violare il principio di eguaglianza di tutti di fronte alla legge (….). Ogni opinione può essere manifestata liberamente e in contrasto con altre opinioni. Ma se l’opinione di alcuni – fosse pure l’opinione maggioritaria – si trasformasse in norma discriminante, allora l’eguaglianza sarebbe violata e con essa la democrazia. L’esempio più chiaro è quello della legge sul divorzio. Si tratta in quel caso di una norma facoltativa: consente a chi vuole utilizzarla di valersi di una procedura a tutela di un diritto, che non impone alcun dovere a chi non voglia valersene. Viceversa impedire il divorzio ad una coppia che voglia recidere il contratto matrimoniale impone un limite ad un diritto l’esercizio del quale non lede alcun altro cittadino. Fondandosi sul principio di eguaglianza di fronte alla legge le Costituzioni democratiche vietano ogni discriminazione basata su etnia, religione, sesso. La legge è uguale per tutti. Tutti i diritti che non ledono diritti altrui meritano rispetto e cittadinanza (….). Le coppie di fatto siano etero siano omosessuali, hanno diritto di esistere poiché non ledono alcun altro diritto. Le leggi che le tutelano sono, come il divorzio, facoltative. Impedirne l’esistenza costituisce una discriminazione e viola in tal modo un precetto costituzionale. Si può invocare l’obiezione di coscienza contro un principio costituzionale? Rivendicando contemporaneamente la propria appartenenza ad un partito democratico? Direi proprio di no. L’obiezione di coscienza avrebbe in tal caso un’impronta tipicamente clericale, incompatibile con i principi della democrazia.

Eugenio Scalfari – Repubblica di domenica 15 dicembre

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