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martedì 30 aprile 2013

Perdono

Spero che il brigadiere Giuseppe Giangrande possa tornare presto a una vita normale. Mi ha commosso la forza della figlia Martina, la sua caparbietà e la volontà di superare anche questa ennesima situazione drammatica, a poche settimane dalla perdita della madre. Ho trovato prive di senso, inutili, stucchevoli e offensive le domande che le sono state rivolte sul suo eventuale perdono a Luigi Preiti, lo sparatore. Non so se Martina è credente e quindi se mai si porrà la questione in termini di perdono o se, laicamente, vorrà un giorno valutarla in termini di giustizia, ammesso che ciò sia possibile. Premesso questo, ritengo che nell’un caso o nell’altro stiamo comunque parlando di un percorso intimo e personale che non deve essere messo in piazza, soprattutto a poche ore dai fatti. E questa, secondo me, è la volgarità della questione, che dovrebbe far vergognare chi ha fatto la domanda. Ma anche giornalisticamente, dico io, di fronte a una tragedia umana e personale, che implica, se vogliamo, un corollario di altre tragedie sociali e politiche, che cazzo te ne frega, se non per una pura soddisfazione onanistica, sapere se una donna visibilmente e comprensibilmente scossa per l’enormità che le è piovuta addosso perdonerà o meno chi ha sparato a suo padre?

lunedì 8 aprile 2013

Domande

Se fossi Bersani, al quale va tutta la mia solidarietà politica e umana:
1) mi guarderei le spalle
2) mi interrogherei su chi è il vero nemico del partito democratico: Berlusconi o D’Alema?