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martedì 13 novembre 2007

Cercasi laici (disperatamente)

Agevolazioni fiscali agli enti religiosi/Contrari solamente dodici senatori
Esenzione dall'Ici: l'indagine della Ue procede

di Alessandro Nucara*

"Bisogna rivedere le forme di agevolazioni di attività che hanno un contenuto economico e commerciale. In questo caso è legittimo che queste vengano sottoposte ad un rapporto fiscale alla pari di tutti gli altri contribuenti". Di cosa stiamo parlando? Delle agevolazioni fiscali concesse dal legislatore italiano agli enti religiosi. Il solito polverone sollevato dagli anticlericali radicali, si dirà. Ebbene, ad aver fatto quella dichiarazione è stato l'attuale sottosegretario al ministero dell'Economia, on. Paolo Cento ("La Repubblica", 22 agosto 2007). In seguito, il Presidente della Camera, on. Fausto Bertinotti, all'indomani della conferenza stampa con cui la Commissione europea comunicava l'invio di una richiesta di informazioni allo Stato italiano sui presunti aiuti di Stato concessi agli enti religiosi, dichiarava ("Il Giornale", 30 agosto 2007): "alcuni beni ecclesiastici vanno totalmente esentati" (quelli destinati al culto), "altri accortamente tassati" (quelli che danno rendite).
La laicità dello Stato, abbiamo pensato ad agosto, torna finalmente ad assumere rilievo all'interno del panorama politico italiano e non è difesa solo da Rosa nel Pugno e Partito Repubblicano Italiano.
Il voto del 7 novembre al Senato, purtroppo, ha confermato che la laicità dello Stato nel nostro Paese è un valore primario solo per un'esigua minoranza dei nostri parlamentari. Come era accaduto l'anno scorso, sempre durante la discussione sulla finanziaria, un emendamento volto a concedere l'esenzione dal pagamento dell'ICI solo per gli immobili di proprietà di enti religiosi ed ONLUS non utilizzati, nemmeno parzialmente, a scopi commerciali, è stato bocciato in Senato, con il voto favorevole di solo dodici senatori. Al voto dei senatori socialisti (la parte radicale della Rosa nel Pugno, come si sa, non ha eletto senatori) si è aggiunto, ancora una volta, solo il voto del Partito Repubblicano, nella persona del senatore Del Pennino. Si sono aggiunti, nel voto del 7 novembre, pochissimi altri senatori (il verde Bulgarelli, Furio Colombo e il "dissidente" della sinistra radicale Turigliatto). Dodici senatori! A questo si riduce in Senato l'importanza di un concetto fondamentale come la laicità dello Stato? Dove sono finiti i Verdi di Paolo Cento? E Rifondazione comunista? Evidentemente la laicità dello Stato non rientra nel DNA di certe parti politiche, oppure semplicemente non è da esse ritenuta prioritaria rispetto ad altri valori presuntamente "superiori" (si è letto di un voto di astensione, che al Senato è voto contrario, per "senso di responsabilità"; ci si chiede responsabilità verso chi o verso che cosa).
Il Partito democratico di Veltroni cosa ne pensa? la laicità dello Stato è o non è un valore irrinunciabile per il quale bisogna battersi? Sono domande che un (e)lettore attento deve obbligatoriamente porsi.
Si è letto tanto in questi mesi sulle indagini della Commissione europea a proposito dei privilegi fiscali degli enti religiosi. Purtroppo la disinformazione è stata la caratteristica principale delle dichiarazioni di tanti politici ed alti esponenti degli organi ecclesiali. Sia chiaro una volta per tutte: ciò che è stato denunciato, e su cui la Commissione europea sta indagando, sono i privilegi fiscali relativi alle attività commerciali svolte dagli enti religiosi e dalle ONLUS. Se vi sono delle attività commerciali svolte da tali soggetti, è giusto che siano sottoposte alle stesse norme alle quali sono sottoposti gli altri operatori concorrenti: il diritto comunitario, peraltro, esige l'applicazione della normativa in materia di concorrenza a tutti i soggetti che esercitano attività economica, indipendentemente dalla loro natura giuridica (profit o non - profit). Nessuno sta, dunque, sostenendo che le mense della Caritas siano in concorrenza con i ristoranti (come si è letto in un articolo di "Famiglia Cristiana"), né vi sono "oscure intenzioni" dietro le indagini della Commissione europea (come dichiarava Monsignor Betori, "Libero", 29 agosto 2007). Si chiede semplicemente che un convento adibito per una minima parte ad alloggi per suore o frati e per gran parte ad hotel o bed & breakfast sia soggetto alla stessa imposizione fiscale cui sono soggetti gli hotel di proprietà di enti non religiosi; che una clinica di proprietà di un ente religioso, che fa pagare i propri servizi esattamente come le altre cliniche private, sia sottoposta allo stesso regime fiscale; che una scuola privata di proprietà di enti religiosi, per accedere alla quale si paga una retta, esattamente come per le altre scuole private, paghi le tasse allo stesso modo; e la lista potrebbe continuare. Questo deve chiedere, anzi esigere, chi ha a cuore la laicità dello Stato.
Se non sbagliamo i calcoli, dodici senatori significano circa il 4% del Senato della Repubblica. C'è da chiedersi se solo il 4% della società italiana abbia a cuore la laicità dello Stato e ponga questo principio fondamentale in cima alla scala dei propri valori "politici". Noi crediamo di no; ed è a tutti questi individui non degnamente rappresentati nel nostro Parlamento che si deve rivolgere la nuova Costituente Liberaldemocratica.
P.S. Sarebbe interessante sapere come il governo italiano, dopo questo voto in Senato, intenderà rispondere, nei prossimi trenta giorni, alla nuova ed ulteriore richiesta di informazioni, da parte della Commissione europea, sull'esenzione ICI, così come su altri privilegi fiscali concessi agli enti religiosi ed alle ONLUS.

*avvocato

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