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venerdì 16 novembre 2007

Proporzionale

(…) Accettare la logica dell'agonia, illudendosi che la forma (il governo) corrisponda alla sostanza (un centrosinistra), affidandosi agli interessi di Pallaro o alla resistenza della Montalcini, procrastinerebbe il problema ma non lo risolverebbe. Anche perché tre senatori centristi oggi pesano più dei restanti centocinquanta della maggioranza. Perciò, se proprio bisogna governare qualcosa, meglio organizzare una via di fuga che prenda atto della fine dell'attuale coalizione e attrezzarsi alle elezioni preparate da una riforma elettorale minimamente corrispondente alla realtà italiana. Cioè un proporzionale vero, senza pasticci ispano-tedeschi - che svincoli la rappresentanza politica dai lacci del bipolarismo maggioritario. In questo paese esistono quattro grandi aree, differenziate per valori e indirizzi, da cui dovrebbero derivare i programmi e le azioni: una destra populista e autoritaria, una destra moderata, un grande centro attorno al Pd e una sinistra oggi troppo frantumata e inerme. Sarebbe bene che il Parlamento li potesse accogliere per quello che sono, dando modo a ciascuno di fare la sua parte, ridando senso e chiarezza allo scontro politico. È quel minimo di agibilità democratica che pensavamo di ottenere battendo Berlusconi. Ma finora non è andata così.

Gabriele Polo, Il Manifesto, 15 novembre 2007

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