Translate

giovedì 25 agosto 2011

Sciopero

Mi fanno ridere, per non dire di peggio, quelli che è meglio restare uniti che scioperare: fighetti alla John Elkann o valvassori di governo alla Sacconi. Dovrebbero quantomeno spiegare – e con loro Cisl e Uil – perché noi lavoratori dipendenti dovremmo solidarizzare e fare fronte comune con chi ha negato per mesi la crisi, se ne è fatto carico più o meno da 15 giorni solo perché l’Europa l’ha preso per le orecchie e ha detto: adesso basta! e l’unica soluzione che ha trovato è di scaricarci l’intero peso di una manovra iniqua, frutto della sua/loro volgare incapacità. Le ragioni dello sciopero del 6 settembre indetto dalla CGIL mi sembrano ben sintetizzate nella lettera inviata ai giornali dal segretario generale della Camera del Lavoro di Bergamo.


"Dopo la proclamazione dello sciopero generale di 8 ore per martedì 6 settembre contro e per cambiare la manovra economica del Governo, da più parti, si accusa la CGIL di essere irresponsabile nei confronti del Paese e dei lavoratori. Cosa deve fare, secondo loro, un sindacato riformista per cambiare questa manovra? Un presidio sotto il senato? Qualche incontro riservato con Sacconi e Tremonti? La CGIL non è un sindacato irresponsabile e lo sanno bene i lavoratori ed i pensionati. Da tre anni parliamo della crisi di questo Paese e della necessità di investire sulla crescita e lo sviluppo. Abbiamo faticosamente costruito il 28 giugno, con Cisl Uil e Confindustria, un accordo sindacale che chiudesse la stagione degli accordi separati. Il Governo si vendica e prova invece a snaturare quell’accordo. Gli incontri del 4 e del 9 agosto sono stati avvilenti, il Governo non ci ha ascoltato e bene lo sanno anche Cisl e Uil. La verità è che oggi l’Italia è un paese commissariato dalla Germania e dalla BCE. La manovra economica è insopportabile perché colpisce i lavoratori, i pensionati, il sistema di welfare. Chi paga la manovra? La classe che ha sempre pagato le tasse. La pagheremo due volte perché è una manovra depressiva e quindi diminuiranno ancora i posti di lavoro. È ingiusta perché taglia il reddito dei cittadini ed è bugiarda perché non risolve i problemi del paese, salva il Palazzo e scarica sugli Enti locali il carico dei tagli.Ed è anche una manovra fortemente ideologica: cancellare il 25 aprile (festa della Liberazione), il 1 maggio (festa del Lavoro) ed il 2 giugno (festa della Repubblica) significa decidere di cambiare l’anima di questo paese. Decidere di introdurre la negazione della libertà contrattuale delle parti e il licenziamento senza giusta causa significa negare il ruolo delle parti sociali. Cancellare le regole del Sistri sul ciclo dei rifiuti significa fare un regalo alle ecomafie. Il giudizio delle ultime ore, compreso quello di Famiglia Cristiana, confermano come la grande maggioranza del Paese non si ritrovi nelle scelte del Governo e ne denuncia le iniquità. Cosa significa introdurre una norma per cui la tredicesima degli statali dipenderà dal comportamento dei loro dirigenti? E’ una norma ignobile. Così come l’art. 9 che riguarda il collocamento dei disabili. Noi siamo preoccupati per la situazione del paese e sarebbe il momento di unire le forze. Noi presentiamo una contromanovra che si fa carico degli stessi saldi previsti dal Governo. Ma deve essere giusta e ognuno deve fare la sua parte.Il cuore della nostra proposta è sui temi del fisco: ognuno faccia la sua parte e chi ha di più deve dare di più e questo è possibile solo se noi introduciamo una tassa sui grandi patrimoni. Il contributo di solidarietà può essere utile, ma lo pagano ancora e solo i lavoratori dipendenti. La battaglia contro l’evasione fiscale si può vincere: occorre abbassare la tracciabilità dei pagamenti sino a 500 euro, mettere insieme le banche dati per avere le informazioni sui patrimoni, introdurre pesanti sanzioni e dire no, per sempre, ai condoni. Sulle pensioni: oggi il problema non è la sostenibilità delle pensioni, ma la pensione futura dei giovani. Anche qui, ognuno faccia la sua parte: introduciamo l’obbligo del pareggio di bilancio anche per i fondi pensione. Scopriremmo che l’unico fondo che passa l’esame sono quelli dei lavoratori dipendenti, tutti gli altri non sono in equilibrio (autonomi, dirigenti).Con lo sciopero chiediamo un sacrificio straordinario, ma serve una mobilitazione per cambiare la manovra e per questo la CGIL si mobilita. Le ragioni della protesta ci sono tutte ed è qui che, ancora una volta, e ne siamo dispiaciuti, non si ritrova l’unità delle forze sindacali. Come ha scritto un autorevole sindacalista, a volte può succedere che “a fare meno si possa fare meglio. Ma non accade mai che si possa fare meglio non facendo nulla”.

Luigi Bresciani
Segretario generale CGIL Bergamo



Nessun commento: