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venerdì 18 marzo 2011

W L'ITALIA

La storia dirà anche ai quei pochi (spero) che non ne hanno ancora contezza di quanto siamo stati fortunati, in questi anni, ad avere come Presidente della Repubblica un uomo della statura di Giorgio Napolitano. L'equilibrio nelle decisioni, non sempre facili in questo scorcio di settennato al Quirinale, ne hanno fatto un punto di riferimento sicuro e spesso unico nei momenti più bui. Per ora la dimostrazione è venuta dalle tante piazze della Penisola: l'esposizione, per una volta non retorica, del tricolore, ha sottolineato e ha sancito il senso di appartenenza indicato con forza proprio dal Capo dello Stato. Perchè se è vero, come scrive Le Monde, che l'Italia è uno Stato e non ancora una Nazione, o come sottolinea il New York Times, che è solo un patchwork di regioni, la festa spontanea di popolo di ieri ha dimostrato che gli italiani sanno ascoltare chi non ha bisogno di urlare per farsi sentire e possono seguire insegnamenti ed esempi alti, che non prevedono per forza contrapposizioni. Anzi, chi ha voluto distinguersi platealmente, ha sbagliato tempi e spartito, suonando una nota stonata, che ha finito per coprirlo finalmente di ridicolo. L'altro giorno, quando gli amminsitratori locali della lega se ne sono andati per non ascoltare l'Inno di Mameli, ho pensato: che bello se tutti i direttori dei giornali avessero un moto di orgoglio e, al di là dei personali convincimenti, decidessero di non darne notizia. Non rilanciare questa dimostrazione di fierezza troglodita sarebbe equivalso a cancellarla: se non ne parlo non è mai successo. Il broncio da bambini in castigo dei pochi leghisti ieri alla Camera, zittiti addirittura dai colleghi importunati da inutili chiacchiere al momento del doveroso silenzio, ha invece dato ancora più importanza a che tutti i cittadini venissero a conoscenza del loro chiamarsi fuori. Quando andrà a regime la riforma federale, in tanti, purtroppo per noi, si renderanno poi conto sulla propria pelle e nelle proprie tasche del tempo perduto a inseguire un'illusione.

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