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venerdì 25 gennaio 2008

Parla come mangi

Nel suo patetico discorso al Senato, Mastella è pateticamente scivolato sulla citazione di Pablo Neruda. La poesia Ode alla vita con la quale ha teatralmente iniziato a parlare e che nelle intenzioni dell’ex Guardasigilli avrebbe dovuto spiegare i motivi del ritiro della fiducia al governo Prodi, non è di Neruda, bensì di Marta Medeiros, giornalista e scrittrice brasiliana. Onore al merito a Luca Sofri che l’ha smascherato. Bene così. Dopo il barbaro gesto della pistola puntata e lo sputo del suo degno compare Barbato ai danni del povero Cusumano, reo di aver disatteso alle direttive del capo, non era giusto che Mastella se ne andasse ingentilendo la sua porcata con le parole di un grande poeta. Non si può profumare la merda.

1 commento:

Anonimo ha detto...

L’indegno spettacolo che si è svolto ieri al Senato della Repubblica richiede urgentemente l’introduzione di una norma molto semplice, da affiancare alle riforme costituzionali e alla nuova legge elettorale: l’immediata cessazione del mandato, e la successiva ineleggibilità a vita, per tutti coloro che in vario modo si prestano a comportamenti lesivi della dignità delle Istituzioni. La piazzata indecorosa di alcuni senatori del centro destra, composta di versi e di ragli ascoltati in tutto il mondo, ci deve insegnare che atti simili non possono più essere tollerati e devono essere severamente puniti. Chi ne fa uso nelle aule parlamentari non dovrà più mettervi piede per il resto della sua vita. Speriamo che gli elettori dei senatori Nino Strano e Tommaso Barbato non abbiano bisogno di non votarli: i loro nomi, insieme a quelli di molti altri, non dovrebbero più comparire nelle liste elettorali.