Translate

mercoledì 30 gennaio 2008

Professori a contratto

Alcuni anni fa, durante un congresso sull’antibioticoterapia, un noto cattedratico interviene ad un simposio satellite di un’azienda farmaceutica, programmato a pomeriggio inoltrato (i tempi sono importanti, vedremo poi perché) e illustra le potenzialità e il suo favore per la classe degli antibiotici prodotti dalla società ospitante per le patologie indicate. Il professore porta a supporto dati, studi clinici e, cosa non di poco conto, il suo prestigio. E fin qui, nulla da dire. Il bello - o il brutto, fate voi – di sicuro il comico, arriva la mattina seguente. Stessa assise, identico argomento, medesima platea. Cambia solo lo sponsor. Il professore in questione, salutato e riverito, sale sul podio e inizia ad illustrare le potenzialità e il suo favore per la classe degli antibiotici commercializzati dall’azienda ospitante (diversi da quelli della sera prima) per le patologie indicate (le stesse). Anche in questo caso lo speaker porta a supporto dati, studi clinici e la sua persona. Terminato l’intervento, il moderatore, giusto per cortesia, chiede alla sala se ci sono domande: il nostro professore sarà ben lieto di rispondere, di spiegare, vero professore?, è un’occasione unica… Da una delle file centrali si alza un giovane medico. Scusi professore, solo un chiarimento: ieri sera ho assistito alla sua lezione al simposio X nella quale ha sostenuto che per le patologie XYZ è obbligatorio usare l’antibiotico A. Questa mattina, sempre per le stesse patologie, suggerisce invece l’utilizzo dell’antibiotico B. Cosa è successo stanotte, professore? Sono stati pubblicati nuovi studi? C’è stata una nuova scoperta? Cosa di così sensazionale da spingerla a sostenere un cambio radicale del piano terapeutico? Tralascio l’imbarazzo generale e vengo al dunque, anche se mi piacerebbe sapere in che pronto soccorso è finito a fare le guardie quel giovane medico.
La lunga premessa è per lanciare un appello. Cosa è successo nell’arco di 24 ore all’onorevole Casini? Lunedì mattina, nel colloquio con il capo dello Stato, ha sostenuto la necessità di “un governo di pacificazione”; ieri pomeriggio, da Gerusalemme, ha dettato all’ansa una nota in cui si dice convinto dell’ineluttabilità dello scioglimento delle Camere. Cosa mi sono perso?

Nessun commento: