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mercoledì 3 ottobre 2007

Che tempo che fa






Da Fazio la politica dei comici

Norma Rangeri


La pagina culturale con i grandi pittori raccontati dal professor Flavio Caroli e i libri segnalati da Giovanna Zucconi. Poche battute per salutari pillole di divulgazione. I temi ambientali con il giovane meteorologo Luca Mercalli (quello con i farfallino) che lavora con il gruppo del Cnr (coordinato da Franco Prodi) e documenta, con una cartina colorata, dove l'estate è stata più torrida (negli ultimi 200 anni l'Italia è al nono posto tra i paesi con maggior aumento della temperatura). L'attualità con le interviste ai politici (domenica è toccato al sindaco Cofferati) ma soprattutto con il formidabile gruppetto di comici al quale in questa edizione si aggiunge Antonio Albanese, calato nei panni di Cetto La Qualunque: nell'acuta polemica sulla casta, ogni sabato sera c'è l'intervento dell'onorevole mafioso, paladino di ogni abuso.
Siamo a Che tempo che fa, il rotocalco di Raitre condotto da Fabio Fazio insieme a Filippa Lagerback. Stessa squadra (Loris Mazzetti, Marco Posani, Pietro Galeotti, Michele Serra) per un fiore all'occhiello della programmazione della rete di Ruffini, che ne approfitta per pubblicizzare il suo palinsesto (ospiti delle prime due puntate Corrado Augias e Fabrizio Frizzi).
Con tono felpato Fazio avrebbe voluto da Cofferati una risposta sul senso della sua politica: «come concilia la legalità con la tolleranza?», «rischia l'accordo con Alleanza nazionale?», «senza un'idea di laicità condivisa cosa farà il partito democratico?». Di fronte alle notarili repliche («se ci sono lavavetri aggressivi devo rispondere, non ci sono priorità, vanno affrontati i problemi grandi e piccoli, rispettare la legge è di sinistra»), netta e spiazzante la sensazione di un senso che pare smarrito, di una politica senz'anima e più chiaro perché anche il partito di Fini la osservi con interesse.
L'anima è invece tornata con gli interventi dei comici (in tv non è una novità). Paolo Rossi, Maurizio Milani e gran finale con Luciana Littizzetto. Dopo giorni di cronache dei telegiornali sulla rivolta dei monaci in Birmania, l'attrice con un solo gesto ha sparato la bordata più significativa. Dopo aver sistemato gli avvoltoi di Garlasco («vorrei dire solo tre parole: siete delle merde»), con un trattamento di favore riservato a Bruno Vespa, Littizzetto ha tirato fuori una bella sciarpa rossa bordata di giallo e se l'è messa al collo. Poi rivolgendosi alle alte gerarchie vaticane, ha invitato i nostri prelati a indossarla in segno di solidarietà. Facendo risaltare agli occhi di tre milioni e mezzo di telespettatori l'assordante assenza di un gesto simbolico di santa romana chiesa.

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