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lunedì 20 dicembre 2010

Dopo il Daspo, il Gaspo

Dopo il Daspo, il Gaspo. La proposta di arresti preventivi per evitare disordini alle manifestazioni è fascistissima ma non stupisce più di tanto. Soprattutto non va derubricata a barzelletta, dando credito alla rappresentazione che la satira fa del suo autore. Certo verrebbe da dire che è nei momenti di particolare debolezza psichica - da tasso alcolico, o da spalle al muro sommersi dai problemi - che si perdono i freni inibitori e che la verità del pensiero viene a galla. E il pensiero del capogruppo dei senatori del partito che vorrebbe essere liberale e guardare ai moderati è quello lì e non un altro. Vale la pena però stare con gli occhi aperti, perché le dichiarazioni del sottosegretario Mantovano (Daspo) e dei ministro Maroni e Alfano a cui hanno fatto seguito quelle ancor più becere di Maurizio Gasparri, sono prodromi di un disegno nemmeno troppo nascosto: “Il governo, politicamente debole, sordo alle difficoltà del Paese, lontano da una società che umilia, vuole rilanciare se stesso inventando una nuova emergenza. Addirittura un'emergenza "terrorismo". Secondo una leadership politica che fa vanto di essere stata fascista (La Russa, Gasparri, Alemanno), "terrorismo" sarebbero le manifestazioni di protesta contro la "riforma Gelmini" e potenziali "terroristi" chi vi partecipa” (Giuseppe D’avanzo, Repubblica).


Finirà anche questa volta, scrive Giorgio Bocca. E se lo dice lui bisogna crederci. Finirà anche questo riflettersi della maggioranza nello specchio del premier, che “ha fatto degli italiani suoi complici, che riconoscono nei suoi difetti i loro difetti, la loro furbizia, il loro gallismo, i loro piaceri plebei, la loro voglia di harem, il loro squadrismo”. Il problema è che il prezzo da pagare si alza ogni giorno di più, soprattutto se alle rivendicazioni di una piazza esasperata dalla prospettiva del nulla si risponde con provvedimenti di ordine pubblico. Stiamo attenti e speriamo che mercoledì gli studenti riescano a isolare gli infiltrati alla loro manifestazione, che sicuramente ci saranno: ricordiamoci di Genova 2001, di chi fu la responsabilità dei disordini e della morte annunciata di Carlo Giuliani. Sempre D’Avanzo su Repubblica: “Oggi vale la pena soltanto rinnovare una preoccupazione che sarà opportuno che sia condivisa nelle prossime ore. Contro un movimento di giovani che rifiuta un progetto di ordine sociale, che si oppone a un'eterna precarietà, alla caduta di ogni garanzia di eguaglianza e chiede opportunità e futuro, il governo decide di rafforzare se stesso preparando il peggio. Evoca un "diritto di polizia" e un uso della violenza. Accende la rabbia. Eccita gli animi meno consapevoli. Cinicamente fa di conto: nuovi disordini gli fanno gioco, debole come è. È questa la funesta trappola che, a partire da oggi, i "movimenti" dovranno aggirare con lucidità e intelligenza”.

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