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venerdì 7 settembre 2007

Quale verità per Carlo Giuliani

Sono passati sei anni da quel tragico 20 luglio 2001, giorno in cui una delle morti più annunciate della storia di questo strano Paese trovò la sua vittima tra le migliaia di manifestanti al G8 di Genova. Era dal 1977 che in Italia nessuno moriva più in una piazza. L’ultima a cadere, anche allora per mano di un esponente delle forze dell’ordine, fu Giorgiana Masi, 19enne studentessa romana. Anche allora a quell’assassinio seguì una fitta trama di omertà e menzogne con la verità seppellita definitivamente 5 anni più tardi: caso archiviato (come per l'omicidio di Genova) perché – scrisse il giudice istruttore nella sentenza - i responsabili del reato sono rimasti ignoti. Una china pericolosa lungo la quale sta scivolando anche la vicenda di Carlo Giuliani, tenuta viva solo dalla tenacia dei suoi genitori, Giuliano e Heidy, e di una fetta importante della sinistra e dei movimenti, che sono riusciti a mettere al loro posto buona parte dei tasselli di una verità che va oltre la morte di un ragazzo. Una verità documentale e documentata da cui emerge un quadro inquietante, a dimostrazione di come quell’estate a Genova vacillò pericolosamente la stessa democrazia. A dirlo è Amnesty International, secondo cui in quei giorni si assistette alla "più grande sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale". Il signor Giuliani ieri sera era a Brescia, invitato alla Festa dell’Unità, ed ha raccontato quello che sin dalle prime ore è stato chiaro a tutti - cariche sconsiderate, violenze gratuite, scontri preparati a tavolino - malgrado la cortina di fumo alzata da apparati dello Stato non certo deviati. Oggi a supporto di ciò c’è una messe enorme di materiale: immagini, registrazioni audio imbarazzanti, testimonianze dirette di alcuni responsabili della polizia, che allo spirito di corpo, all’omertà di casta – atteggiamento che Giuliani ricorda essere più vicino ai mafiosi che ai servitori dello Stato – hanno preferito la dignità degli uomini. Che li ha portati a raccontare quello che realmente è successo alla scuola Diaz, a Bolzaneto: quale strategia fosse stata decisa e perché. Ora si tratta di dare un ruolo e una responsabilità a tutti i protagonisti sulla scena: ministri, questori, prefetti e giù giù fino ai soldati semplici, quelli in divisa e quelli travestiti da black bloc. Il compito spetta alla Commissione parlamentare d’inchiesta istituita dal governo, che non avrà solo un ruolo conoscitivo ma il potere di interrogare chi partecipò a quegli scontri ed eventualmente di chiedere conto giudizialmente a chi dice il falso. Unico neo è che alla Commissione sono stati messi a disposizione solo 50 mila euro. Una cifra ridicola se si pensa alle centinaia di persone, da tutto il mondo, che dovrebbero testimoniare le atrocità a cui vennero sottoposte il 20 e il 21 luglio del 2001. Il tempo aiuta a stemperare il dolore ma accresce il senso di giustizia e Giuliano Giuliani, nonostante quest’ultimo ostacolo, ha assicurato che non intende arrendersi. Solo la verità a questo punto può dare un senso alla morte di suo figlio.

Sul G8 di Genova segnalo due DVD: “Quale verità per piazza Alimonda” e “OP Genova 2001”

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