L’aspirante scrittore che ce
la fa ma poi non regge la pressione. Lo scrittore affermato e venerato. Le
logiche e i rituali delle presentazioni, anzi delle presentation. Quelli del
firma copie. Gli interessi degli editori e quelli degli uffici stampa. Ma anche
dei critici, tra frustrazioni e orgoglio: la normalità sconosciuta, chiamiamola
così. Perché anche il mondo che sta attorno e chi governa i libri ha i suoi
scheletri: c’è chi scrive di suo e chi scrive per altri, c’è chi ha successo,
le copertine, i riflettori con la panna montata perché è stato deciso così e
poi c’è il gruppo, i gregari, si direbbe nel ciclismo. Un mondo che Antonio
Manzini conosce bene, essendo uno dei giallisti di maggior successo, e che
mette a nudo con ironia e sarcasmo. Ogni riferimento è puramente casuale è una
raccolta: 7 racconti brevi molto coinvolgenti e piacevoli da leggere, che non
spoilero proprio per questo. Rimane la morale un po’ amara. Il libro non è
cultura, approfondimento, condivisione di idee, o perlomeno non solo. E’
marketing. Per questo, aggiungo io, bisogna diffidare degli osanna e passare
del tempo a cercare le chicche in libreria o in biblioteca. Sperando che queste
chicche siano arrivate fin lì. Ma su questo noi lettori non possiamo farci
nulla.
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