C’è il cadavere di un uomo sul
monte Pellegrino a Palermo, la gola tagliata e degli strani segni sul petto. A
dare l’allarme è Julien Brunner, docente di Geoscienze dell’Università di
Losanna, che rilascia la sua deposizione, poi esce dalla Questura e sparisce
nel nulla. Il giorno successivo altri due cadaveri, a Cefalù: un uomo e una
donna, appartenenti ad una setta esoterica, gli stessi segni sul petto, che si
scoprirà poi essere simboli di un alfabeto antichissimo, l’enochiano. Quando
gli inquirenti cercano di rintracciare Brunner per capirne di più, scoprono che
il professore, di origine portoghese, è in realtà morto il giorno prima di
comparire vivo e vegeto sul monte siciliano. Inizia così la nuova indagine del
vicequestore Giovanni Barraco, capo della Mobile di Palermo. Un caso che lo
porta a Lisbona ad indagare dapprima in un convento – il primo morto era un
frate – e poi indietro nel tempo nell’Ordine dei Cavalieri di Cristo, che nella
capitale portoghese viene tenuto in vita dai discendente diretti appartenenti
alla nobiltà locale, in teoria con l’obiettivo statutario di fare opere di
bene, in realtà non tutti in quel consesso la pensano allo stesso modo. Ci
saranno altri morti, a partire proprio da uno di questi Cavalieri, in un
susseguirsi di colpi di scena orchestrati con maestria e abilità da Carmelo Nicolosi, che
vedono il suo Barraco impegnato in una delicatissima partita a scacchi, dove ad
ogni mossa si rischia il matto (o il morto): il vicequestore non solo deve
sciogliere la matassa sempre più ingarbugliata di un caso internazionale -
anche la mafia marsigliese entrerà nel gioco e la storia si intreccerà con
un'altra vicenda: il traffico illegale di gioielli dal Congo - ma è costretto a
guardarsi le spalle perché nella polizia portoghese c’è chi potrebbe fare il
doppio gioco. Per venirne a capo Giovanni Barraco può contare solo sui suoi
uomini a Palermo, su Gisella Bruno, che lo raggiungerà a Lisbona, sul tenente
Celia Moreira, avvenente collega con la quale nascerà qualcosa di più della
semplice colleganza e Paulo Mafra, agente della polizia locale. Barraco alla
fine troverà il colpevole, il burattinaio di tutti i morti ammazzati – e sono
tanti - ma la cosa interessante è che fino alle ultime pagine non si riesce a
capire chi è e perché. E quello che mi sento di dire è che anche il mio amico
Carmelo credo l’abbia deciso solo agli ultimi 300 metri. Come in una gara di
ciclismo ha portato sul rettilineo finale i 4-5 velocisti più forti, nel nostro
caso i papabili colpevoli, e alla fine ne ha scelto uno. Al fotofinish. Inutile
dire che lo consiglio.
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