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martedì 15 gennaio 2013

Dall'altra parte

Alcune di loro fino a quel momento non avevano mai preso un treno, altre non sapevano nemmeno cosa fosse la lotta armata, le brigate rosse, la rivoluzione del proletariato. Altre ancora erano addirittura analfabete: hanno imparato a leggere su quei convogli, durante le lunghe ore di viaggio tra un carcere e l’altro, a volte alla ricerca dei figli, trasferiti senza preavviso, magari nottetempo, magari da un capo all’altro della penisola. Mamme, sorelle, fidanzate, compagne, mogli. Donne. Capaci, loro sì, di una rivoluzione – sociale, culturale, personale - per seguire il figlio, il fratello, l'uomo della loro vita, senza chiedergli e senza chiedersi perché. Gli uomini no. Gli uomini, i padri soprattutto, nella maggior parte dei casi hanno preferito chiuderesi in sé stessi, per vergogna, incapacità di reagire ad un evento certamente enorme: hanno cancellato, dimenticato, lasciato alle mogli tutto il peso, psicologico e fisico, di un figlio in carcere, l’umiliazione delle perquisizioni, anche intime, prima di entrare nella sala dei colloqui, con un vetro a dividere le colpe, ad attutire le voci, negare il conforto di un contatto, una carezza, un gesto d’affetto. Così per un tempo dilatato, infinito. “Dall’altra parte” è un bel libro, un libro sulla forza delle donne, sulla loro odissea al seguito di un parente arrestato per motivi politici, che prescinde dal giudizio storico sugli anni di piombo. Ogni testimonianza parla una lingua propria; a tutte sono comuni paure e vessazioni - l'articolo 90, la tortura, le perquisizioni vaginali, i colloqui attraverso i vetri, le denunce - ma anche i comitati di lotta e di appoggio ai detenuti. Le vicende individuali divengono esperienza collettiva di solidarietà, che per molte significa presa di coscienza di sé, della propria identità sociale e familiare. "Dall’altra parte", pubblicato da Feltrinelli, è stato scritto da Prospero Gallinari, uno dei fondatori delle Brigate Rosse, morto ieri a 62 anni per una crisi cardiaca e dalla storica Lidia Santilli.




1 commento:

Latte e fiele ha detto...

Confermo, è un bel libro. Grazie di avermelo fatto conoscere (e prestato).