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martedì 8 febbraio 2011

Lega solidale, la negra non mangia

Ammettiamo pure la cattiveria come possibile espressione dell’animo umano. Espressione sempre consapevole peraltro, quando passa dalla potenza all’atto: quelli che non volevo, non sapevo, dicono balle. E’ cattiveria, per esempio, istituire la giornata degli stati vegetativi il giorno dell'anniversario della morte di Eluana Englaro, anche se in questo caso sarebbe meglio parlare di vuoti di pensiero, che non sono nemmeno più cattiveria, ma patetiche manifestazioni di supremazia di un potere meschino e ancillare e proprio per questo violento. E’ cattiveria non vedere o non occuparsi della marginalità, se non quando si è costretti, tirati per la giacca, da tragedie annunciate. Potremmo andare avanti all’infinito. La domanda è: c’è un limite alla cattiveria? Un limite non tanto imposto dalle leggi quanto da quella vergogna interiore che abbiamo tutti e che ci consente di non deragliare dall’appartenenza al genere umano? Leggendo la storia raccontata da Luca Telese sul Fatto Quotidiano inizio ad avere qualche dubbio. In sintesi: c’è una famiglia di immigrati africani, molto dignitosa, che si trova improvvisamente in difficoltà perché il capofamiglia perde il lavoro. L’uomo è di quelli tosti: non si balocca nell’indigenza, rifà le valige e parte per il Belgio. La moglie e i 5 figli rimangono invece in Italia, a Fossalta di Piave, dove la bimba più piccola frequenta la scuola materna a tempo pieno. Quando mancano i soldi, anche i 50 euro della retta possono però essere un problema, e se i servizi sociali a cui ti rivolgi ti rispondono picche, c’è poco da fare. Speri solo nel buon cuore delle persone. E grazie a dio di persone di buon cuore ce ne sono anche a Fossalta. Le 5 maestre per esempio, che decidono di rinunciare a turno ad un pranzo per passarlo alla bimba. Bello, no? Bellissimo. Troppo. Come nelle favole vere, c’è sempre un lupo in agguato e in questo caso il lupo veste i panni del sindaco leghista che dice che no, che quella bambina deve tornarsene a casa sua a mangiare e che le maestre come si permettono di donare il loro pasto al primo venuto? Dirigente scolastico, intervenga, perdio. E la dirigente non solo si adegua, che già sarebbe grave, ma sottoscrive. Le lacrime della bambina separata dai compagni all’ora di colazione sono fortunatamente più forti della povertà umana di questi burocrati di merda e i soldi della retta arrivano da un anonimo benefattore. Per il tetto non c’è problema. La famiglia abita un appartamento di proprietà di un ex consigliere comunale del pci che, pur vivendo con una pensione di mille euro, rinuncia ai 300 dell’affitto, perché piuttosto vado fuori casa io che 5 creature. Scriveva Alda Merini:


La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l’amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria

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