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lunedì 24 gennaio 2011

Colonia Italia

Sembra di vivere in una soap opera (sud)americana, e non per la trama da porno soft, dove tutti alla fine scopano con tutti, o almeno ci provano, ma per il ritardo di qualche anno con cui noi seguiamo il dipanarsi dell'intreccio. Nel frattempo, gli attori che oggi sono protagonisti sui nostri schermi, negli States sono scomparsi: in alcuni casi per scadenza di contratto, in altri, soprattutto nei serial di lunga durata, tipo Sentieri, per naturale dipartita. Tornando a bomba, e senza voler augurare nulla a nessuno, il mondo politico da almeno un lustro è a conoscenza dei vizi del premier. Siccome non credo al caso, o alla sua semplice narrazione, immagino che qualcuno, anche vicino al presidente del consiglio e con l'appoggio e l'avallo di potentati non necessariamente italiani, abbia deciso che a questo punto l’omino di arcore non sia più funzionale, che sia opportuno fermarlo prima che faccia ulteriori danni. In ballo ci sono questioni economiche, finanziarie, equilibri politici internazionali, insomma. Quello che segue è un articolo a mio avviso interessante, a prescindere dall’affaire ruby e smutandate varie.

La Libia di Muammar Gheddafi fa il suo ingresso - malgrado i forti dubbi della Casa Bianca - nel capitale di Finmeccanica. La Lybian Investment Authority, fondo di investimento pubblico del regime del Colonnello, ha acquistato una partecipazione del 2,01% nel capitale del gruppo della difesa tricolore. Una mossa che rischia di surriscaldare i rapporti tra Roma e Washington già messi a dura prova nei mesi scorsi dall'asse Berlusconi-Putin con i suoi interessi nel settore del gas.

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