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venerdì 26 novembre 2010

Piacionaggine

Il discorso, in generale, è un po’ come le massime di Catalano: meglio essere simpatici che antipatici. E’ necessario però stabilire se essere o, peggio, fare il piacione abbia valore (che è diverso dal convenga, si badi bene) in tutti i campi della vita, al di là di quello strettamente privato. Personalmente, per esempio, sono più tranquillo se il medico che ho di fronte mi sa curare bene: se poi non sa raccontare le barzellette, pazienza. Che poi, sempre per quanto mi riguarda, questa specifica mancanza sia addirittura un punto a suo favore, è un altro discorso. Tornando a bomba, lo stesso ordine di priorità dovrebbe valere anche per chi ha compiti istituzionali. La riflessione mi viene dalla lettura di un interessante commento del critico televisivo Antonio Dipollina che, per quanto vale, sottoscrivo.


La tv ha un solo scopo, produrre ore di prodotto portando a casa un qualche risultato. I talk-show, idem. E quindi non si avvererà mai quello che si può definire un sogno a tutti gli effetti. Esempio: si sta discutendo per ore e ore, in tv, delle abitudini private del premier. In studio, quelli che sono stati convocati come difensori, avvocati veri e propri, sostenitori giornalistici, tirano fuori l'argomento principe: il premier è fortissimo perché è fatto come la gente comune. Bene. Non lo farà mai nessuno, ma poi chissà: parliamo dell'ipotesi che, appena pronunciata la frase in questione, il conduttore mandi via tutti gli ospiti. Via, sciò, ricominciamo da capo. E faccia entrare un qualche personaggio, studioso, esperto, storico, intellettuale, quello che volete: e che il resto della trasmissione lo si impieghi a spiegare qualcosa che dovrebbe essere l'abc, ma evidentemente non lo è. Ovvero: guardate che chi comanda, chi è al governo, non dovrebbe essere come gli altri, come la gente comune. Dovrebbe essere migliore. E su questo concetto, si costruisca il resto del programma. Non è abbastanza accattivante per la tv? Allora facciamo così: il conduttore fa entrare il mio coinquilino del secondo piano. E lo fa parlare. E gli chiede com'è e che cosa pensa. Lui parla (il sottoscritto ha già spento la tv, ma gli altri no) e dice cose e magari racconta barzellette. Alla fine il conduttore si rivolge alla telecamera: volete davvero che chi governa sia come questo qui? C'è caso che la maggioranza risponda sì, entusiasta, ma un tentativo andrebbe fatto.

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