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martedì 18 agosto 2009

L’inno di Biscardi


Povero Maestro Biscardi, lui che ha fatto tutto il tuttibile perché i calciatori della nazionale cantassero l’inno di mameli e non si scaccolassero prima delle partite. Che lo ha imposto con la forza dei numeri, quantomeno del suo personale sistema metrico decimale: lo esigggono milioni di miliardi di italiani: tutti i suoi telespettatori. E adesso che ce l’aveva quasi fatta, che qualche azzurro perlomeno muove la bocca a pappagallo e non si stura il naso, arriva un ministro della repubblica e gli rovina la festa, il traguardo di tutta una vita professionale: l’inno? Non lo conosce nessuno. Che tradotto dal dialetto del ministro in questione equivale a dire: conta un cazzo o, in alternativa, è una merda.

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