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martedì 13 settembre 2011

Angelino, anche meno

Angelino, anche meno. Prima ha detto che dopo Berlusconi ci sarà solo Berlusconi, e la lega (ma non solo) non l’ha presa benissimo. Poi, che chi non vuole giocare per vincere si può accomodare a bordo campo, rispondendo ai malpancisti interni che hanno già sentito puzza di cadavere e, in ragione della loro storia personale e con le conseguenti modalità, si stanno dando da fare per sganciarsi in tempo. Il cavaliere è politicamente morto, lo sanno tutti anche all’interno del centrodestra, probabilmente ne è consapevole  lo stesso coro plaudente, solo che nessuno ha il coraggio di dirglielo. A parte Letta e Confalonieri, gli amici di una vita, gli unici al di sopra di ogni sospetto di tradimento, che pare gli abbiano consigliato di trattare una exit strategy: per amor di patria, del futuro del pdl e della sua roba. Per questo, Angelino, anche meno, se vuoi trovare legittimazione come il leader (o uno dei leader) del dopo: perché il dopo ci sarà, Angelino, rassegnati.  A meno che tanta foga è dovuta alla consapevolezza – ammessa dallo stesso Alfano rispondendo a chi gli suggeriva di pensare al proprio futuro politico - che dopo Berlusconi nessuno di loro ci sarà più. 

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