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lunedì 5 maggio 2008

Tre metri sopra il cielo

Carlo wrote

...e io, come disse un famoso calciatore, sono totalmente d'accordo a metà con lui. Nel senso che, secondo me, Massimino resta il più intelligente di tutti, anche se ha delle grossissime responsabilità per la situazione attuale: bastava per esempio una legge vera sul conflitto di interessi quando era a Palazzo Chigi e addio al cavaliere. I giudizi su Pirani, invece, li sottoscrivo.

È bastato il faccino saccente di Massimo D’Alema quando ha commentato il discorso di insediamento alla presidenza della Camera dei Deputati di Gianfranco Fini a far perdere un altro pacco di voti alla sinistra italiana. Ma però, se avesse detto questo, quello o quell’altro. È tutto qui il problema: le centinaia di faccine saccenti che hanno imperversato in questi anni a sinistra. Saccenti e genuflesse. Perchè loro giudicano sempre, precisano sempre, sono sempre sarcastiche, ironiche, superiori. Ecco, loro hanno l’istinto di superiorità. Questo nasce da decine di anni di abitudine a privilegi che una volta erano appannaggio esclusivo delle élite politiche democristiane.
La tragedia è che la gran parte della stampa ‘mancina’ questo non l’ha capito. Ancora il giorno dopo la batosta elettorare, un imbarazzato – e privilegiato, e supergarantito, e superpagato – Mario Pirani (Repubblica), ospite della ‘terza camera’, ha svolto un’analisi di una stupidità disarmante, che chiariva l’incapacità di questa ‘sinistra di potere e di stampa’ di comprendere anche minimamente la quotidianità delle persone.
Era allora già lampante come il voto popolare, operaio, precario, fosse scivolato a destra, in particolare, al Nord, alla Lega. Bastava vivere normalmente in una città normale, frequentare un negozio di alimentari o un supermercato una volta alla settimana per capirlo. Invece Pirani no. Lui non fa la spesa, non guida, non abita in un quartiere ad alto tasso di criminalità come molti poveri diavoli. Non vive evidentemente una vita normale. Però è li, a Repubblica, strapagato, a fare analisi di un mondo che non conosce, che non vive, che lo repelle. Diretto da un direttore uguale a lui.
Perché, diciamolo, a questi radical chic fighetti della nuova sinistra “di lotta e governo” l’operaio reale, quello vero, fa un po’ schifo. Suda, puzza, è sempre un po’ sporco anche dopo che si è lavato. È poi è volgare nei modi, nel vestire. Ha quelle orribili utilitarie giapponesi o delle vecchie Fiat. Ed in alcuni casi è pure di colore.

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