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giovedì 30 ottobre 2014

Solo contanti

Che la maggior parte dei centri massaggi, soprattutto orientali, siano in realtà dei postriboli lo sa anche la mia mamma. Ogni tanto carabinieri o polizia ne chiudono qualcuno, perchè a un certo punto si deve fare. Per mantenere gli equilibri, perchè ci sono altre merde e bisogna fare un po' di scaramazzo, perchè c'è da fare una conferenza stampa e qualcosa da dire bisogna pur trovarlo. Nella mia città, o per meglio dire in un paese della cintura, è successo che a denunciare il meretricio siano state le legittime degli utilizzatori finali - piccoli impresari, commercianti, imprenditori, buontemponi. Le signore hanno scoperto dai resoconti delle carte di credito che nelle pause pranzo i loro uomini invece di andare in trattoria a mangiarsi il brasato, andavano a farsi fare i piedi piuttosto che un massaggio thai, ayurvedico, thailandese o quant'altro dalla cinesa appena fuori paese. A insospettire le donne non era tanto il conto in banca in pericolosa discesa, ma questo strano cambio di stile di vita dei mariti, visto che di solito dovevano lottare perchè si facessero il bagno almeno il sabato. E adesso, tutto a un tratto, quest'attenzione alla cura del corpo. Troppo strano. Risultato: appostamenti, telecamere nascoste, e altre attività d'indagine e i doverosi sigilli al negozio. Morale della storia: mai pagare con carte di credito. Solo contanti.

mercoledì 29 ottobre 2014

Loro non lo sanno

Conferenza stampa questa mattina. Viene presentata una campagna informativa e di sensibilizzazione sull’iperplasia prostatica benigna. Campagna intelligente, peraltro: i manifesti con le informazioni utili e l’invito a rivolgersi all’urologo in caso di determinati sintomi sono stati messi nei bagni delle stazioni ferroviarie e degli aeroporti delle principali città. Nei bagni s’intende sopra gli orinatoi, in modo che mentre sostieni sei obbligato a leggere. Nel corso del dibattito è stato quasi giocoforza parlare anche delle altre patologie, più gravi, che interessano la ghiandola maschile. A quel punto uno dei relatori fa cenno ad uno studio appena pubblicato su un’importante rivista scientifica in cui si afferma, in soldoni, che aver avuto almeno 20 partner sessuali abbassa di una percentuale consistente il rischio di andare incontro ad un tumore della prostata. Un collega di fianco mi dice all’orecchio: allora sono tranquillo, io ne ho avute 64. Poi aggiunge: loro però non lo sapevano. Non so se vale. Vale amico mio, eccome se vale.



martedì 28 ottobre 2014

Sono stato impegnato, ma ho letto molto

Diego De Silva, napoletano, 50enne come me, è stata una piacevole scoperta. E come spesso accade, una scoperta fatta per caso. Un amico doveva traslocare in un appartamento più piccolo e gli avanzava un po’ di ruba, tra cui un tot di libri. I libri non si buttano, te ne porto un po’ se vuoi? I libri non si rifiutano mai: sì, grazie, ho detto ancora prima che finisse la frase. Immediatamente dopo mi sono mangiato la lingua: ..azz e se mi tocca l’opera omnia della Tamaro? Poi ho pensato: è mio amico, non può leggere la Tamaro. Tra i tanti volumi c’era anche “Non avevo capito niente”, di Diego De Silva. Protagonista è Vincenzo Malinconico, un uomo stropicciato: dalla vita, dalla professione – fa l’avvocato – dall’età, che dopo i 40 sembra avere un andamento geometrico e non più aritmetico. Certo, detto così sembra il ritratto di uno sfigato, invece Vincenzo Malinconico è un filosofo di strada, che asseconda i pensieri e ne segue il filo illogico, andando spesso e volentieri fuori tema, come si direbbe a scuola. Ma è un fuori tema di sostanza e le strade mentali che percorre non sono mai banali, hanno la freschezza e la genialità dei matti, o dei bambini, con il loro lato buffo, ironico, dissacrante, spiazzante e maledettamente vero. E le storie in cui è coinvolto sono godibili e piacevoli. Trovo inoltre oltremodo geniale l’umanizzazione che fa dei mobili dello studio e di casa, rigorosamente Ikea, chiamati con i loro nomi impossibili. Lo consiglio.

giovedì 6 marzo 2014

Premio Nobel


- Sai che Vladimir è candidato al premio Nobel per la pace?

- Chi? Luxuria?

- Noooo, Putin

- Ah, meno male, allora sono più tranquillo!

martedì 18 febbraio 2014

Fratelli? No grazie

Fratelli d’Italia è uno dei tanti spin off del fu MSI, Alleanza Nazionale, Popolo delle Libertà ecc. ecc. La sua sintesi politica l’ha vergata, in dialetto, una mano anonima sul muro di cinta di una fabbrica della mia città. Fratelli d’Italia? Gna parec! (traduzione della risposta per i non bresciani: neanche parenti). Geniale.

domenica 9 febbraio 2014

La donna delle code

Io l’uomo delle code l’ho conosciuto 40 anni fa. No, non Giovanni Cafaro che oggi i media celebrano per il genio e l’intraprendenza. Un altro. Anzi, sarebbe meglio dire un’altra. E non so nemmeno se sia lei a poter vantare il brevetto di questa attività. Maria Pia, oggi ultra ottantenne e accudita in una casa di riposo, era un personaggio da film. Non credo che in vita sua sia mai uscita dal paese della montagna bresciana che le ha dato i natali. Sicuramente però la sua fama e le sue stranezze ne hanno oltrepassato di molto i confini. Maria Pia abita in un altipiano che ospita turisti sia in estate che in inverno e sono pronto a scommettere che nessuno mai se ne sia tornato a casa senza averci parlato almeno una volta, per curiosità o per verificare di persona se le capacità straordinarie di cui si narrava fosse in possesso, in netto contrasto con l’aspetto fisico, fossero vere. Perchè strana Maria Pia era strana forte, è indubbio. Non foss’altro perché  estate e inverno, a -10 come a + 30, questo donnino di poco più di 1.40, indossava cappotto, sciarpa, cuffia di lana, calzettoni e scarpe pesanti che ne ingolfavano la figura e la facevano apparire probabilmente più grossa di quello che in realtà era. Ma a parte questo, era una sorta di Rain Man, un mostro assoluto in matematica, in grado di risolvere a mente e in tempo reale moltiplicazioni e divisioni a 4 cifre, dirti il giorno esatto della settimana di una data qualsiasi del calendario del passato e del passato remoto, di ricordarsi gli eventi del paese o della vita privata di ognuno dei compaesani, a patto logicamente che fossero in qualche modo pubblici, per esempio nascite, sposalizi, funerali, parentele, con tutti i possibili incroci che queste comportano, ecc. ecc. Il dato ulteriormente incredibile era che Maria Pia è analfabeta. Non è mai andata a scuola. E non ha mai nemmeno lavorato. O perlomeno non ha mai avuto un’occupazione retribuita. Il giorno in cui si è trovata sola al mondo ha iniziato a fare piccoli favori. Prima ai vicini. Poi pian piano tutto il paese ha imparato a usufruire dei suoi servizi: andare a far la spesa, la coda in posta o in banca per le bollette; dalla parrucchiera,che una volta si chiamava pettinatrice. Ma la cosa in assoluto geniale: la coda dal medico di famiglia. Come faceva poi ad avvisare? Semplicemente, nel caso della pettinatrice e del dottore, Maria Pia si presentava con un’ora abbondante di anticipo sull’apertura dei rispettivi esercizi. Così era sicura di essere la prima. E in caso di prenotazioni multiple valeva il diritto di chiamata, di cui informava le clienti, in modo che potessero regolarsi con i tempi.

domenica 19 gennaio 2014

Giacinto, ma non Facchetti

Suonano alla porta. Se non è una persona che conosco, o il postino, di solito non apro. Per dirla tutta, da quando sono dotato di videocitofono non chiedo nemmeno chi è.  Al mattino poi non se ne parla nemmeno. Vacanze di Natale. Il campanello mi sveglia che non è neanche mezzogiorno. Mi girano i coglioni ma la cosa finisce lì. Tanto non ho problemi a riaddormentarmi. Quel pomeriggio me ne ricordo e mi chiedo: chissà chi era stamattina. Un attimo. Pura curiosità. Il mattino dopo, più o meno allo stesso orario, la cosa si ripete identica. Campanello, sveglia, giramento di coglioni, sonno, quesito pomeridiano. Terzo giorno. Dormita spaziale senza alcuna interruzione. Alle 14.30, esco dal bagno dopo aver già acceso la doccia per prendere un accappatoio pulito e mentre ci passo davanti il videocitofono si illumina e mi rimanda il profilo di un omino di mezza età con loden e cappellino blu. Non lo conosco. Non rispondo. Sono ancora in mutande. Ma mi incuriosisce: che sia lo stesso dei giorni scorsi? Probabilmente ha pensato che al mattino non ci fosse nessuno in casa e ci ha provato al pomeriggio. Anyway. Per una serie di combinazioni astrali il mattino ancora successivo, sabato, intorno alle 11, l’orario delle volte precedenti, l’omino in loden ci riprova. Rispondo. Sono Giacinto, volevo sapere se secondo lei si può vincere la morte. Minchia. Domandone. Mi permetto di interpretare Giacinto e do per scontato che il verbo vincere in questo caso venga utilizzato nell’accezione di sconfiggere e non di conquistare, aggiudicarsi la suddetta morte. L’istinto sarebbe di rispondere: dipende. Lei Giacinto, per esempio, potrebbe vincere la morte non suonando più a questo campanello, soprattutto prima di mezzogiorno, orario in cui la vescica, purtroppo, mi chiede conto e mi obbliga ad alzare il cadavere dal letto. Ma mi sarebbe dispiaciuto. Giacinto aveva gli occhi buoni e io non sono capace di essere stronzo con chi ha già evidentemente problemi di suo. Ho quindi gentilmente declinato l’invito alla discussione. Mi scusi ma non ho tempo di pensarci. Giacinto si è allora altrettanto gentilmente offerto di ripassare, lasciandomi il tempo necessario alla meditazione. A quel punto però sono stato irremovibile. Mi è rimasta però la curiosità di sapere la confessione giacintiana. Testimone di Geova no perché quelli viaggiano sempre in coppia e vestono che non si possono guardare, mentre lui era solo e indossava abiti di questo secolo. Boh. Penso che sopravviverò.