Translate

giovedì 30 ottobre 2014

Solo contanti

Che la maggior parte dei centri massaggi, soprattutto orientali, siano in realtà dei postriboli lo sa anche la mia mamma. Ogni tanto carabinieri o polizia ne chiudono qualcuno, perchè a un certo punto si deve fare. Per mantenere gli equilibri, perchè ci sono altre merde e bisogna fare un po' di scaramazzo, perchè c'è da fare una conferenza stampa e qualcosa da dire bisogna pur trovarlo. Nella mia città, o per meglio dire in un paese della cintura, è successo che a denunciare il meretricio siano state le legittime degli utilizzatori finali - piccoli impresari, commercianti, imprenditori, buontemponi. Le signore hanno scoperto dai resoconti delle carte di credito che nelle pause pranzo i loro uomini invece di andare in trattoria a mangiarsi il brasato, andavano a farsi fare i piedi piuttosto che un massaggio thai, ayurvedico, thailandese o quant'altro dalla cinesa appena fuori paese. A insospettire le donne non era tanto il conto in banca in pericolosa discesa, ma questo strano cambio di stile di vita dei mariti, visto che di solito dovevano lottare perchè si facessero il bagno almeno il sabato. E adesso, tutto a un tratto, quest'attenzione alla cura del corpo. Troppo strano. Risultato: appostamenti, telecamere nascoste, e altre attività d'indagine e i doverosi sigilli al negozio. Morale della storia: mai pagare con carte di credito. Solo contanti.

2 commenti:

Latte e fiele ha detto...

Sotto casa ha aperto un centro estetico cinese. Di quelli esperti in penicure, s'intende. In cortile ogni giorno campeggia uno stendibiancheria pieno si asciugamani e perizomi in pizzo nero. E sulla facciata del condominio un tripudio di luminarie a led lampeggianti che sembra las vegas. Ma non ho notato vetrofanie di Amex, e non ancora quelle di TripAdvisor.

Garzòn ha detto...

La città è piccola, chissà che tu non faccia incontri compromettenti all'entrata o all'uscita del centro penis. Mi viene in mente una storia vera di me bambino nel chiosco dei giornali con la nonna, appena dopo mezzogiorno. L'orario è importante, perchè di solito a quell'ora la nonna stava preparando il pranzo e in edicola c'erano il nonno o mio zio. Arriva Ettore, il macellaio del paese, che senza guardare all'interno del chiosco, dall'espositore esterno prende Le Ore. Quando si accorge che dentro ci siamo io e la nonna, il sorriso soddisfatto del pover'uomo, che evidentemente sceglieva quell'ora confidando nella solidarietà maschile, si tramuta in panico. Che fare? Buttare il giornale e scappare, far finta di essersi sbagliato, cambiare la rivista con Tutto Uncinetto o Sogno, fotoromanzo che all'epoca andava per la maggiore? La nonna, professionale, fa finta di nulla, gli prende Le Ore dalle mani e guarda il prezzo. A quel punto ormai è fatta: paga e goditi la pausa pranzo, penso io. No, Ettore vuole salvare la reputazione ma finisce per farsi male da solo. "El compre perchè ghe so le parole crociate". Lo compro perchè c'è la pagina dell'enigmistica, dice in dialetto. Boom. Figura di merda. Questa sì, perchè lui non poteva sapere che per la nonna che comprasse Le Ore o Tutto Uncinetto era la stessa identica cosa.