Non ricordo come si chiamasse. Forse non l’ho mai nemmeno saputo. Per noi bambini era semplicemente la moglie dell’invalido, come l’invalido era semplicemente l’invalido, il primo uomo che ho visto in sedia a rotelle, credo per un incidente di lavoro. Abitavano a ridosso del campo a sei dell’oratorio dove passavo tutti i miei pomeriggi pre e post compiti scolastici e per noi ragazzini erano l’uomo nero delle favole. Ogni volta che il pallone finiva nel loro giardino ci veniva restituito bucato o il più delle volte veniva semplicemente sequestrato. Mi son sempre chiesto che fine facessero tutti quei palloni! In verità il vero uomo nero era l’invalido perché a volte la signora, di nascosto dall’invalido o quando lui riposava, il pallone ce lo rimandava intatto. Ognuno di noi nella vita ha incontrato il proprio invalido. Questo aneddoto, di quasi 40 anni fa, mi è tornato alla mente nei giorni scorsi assistendo dalla finestra di casa mia ad un episodio che ha visto come protagonisti, due bambini, una bambina, un pallone e un’anziana signora, quest’ultima nelle vesti dell’invalido e di sua moglie. Il quartiere dove abito è un quartiere storico di Brescia, tornato a vivere dopo anni di degrado e abitato da un’alta percentuale di popolazione straniera. Come accadeva 40 anni fa, i ragazzini giocano liberi per strada, con quell’incoscienza che avevo io, che avevamo noi che al campo non potevamo andare, perché c’erano i più grandi, e la palestra manco sapevamo cos’era. Vederlo mi ha riportato indietro nel tempo. La porta disegnata dall’apertura di un garage, il portiere a cercar di parare e l’attaccante a cercar di segnare. Una musica la palla che sbatte contro la saracinesca. Mi stavo cullando in questo amarcord quando un urlo dalla finestra di fronte mi ha frantumato tutta una serie di cartoline dall’infanzia. E non solo. Anche quei bambini avevano incontrato il loro invalido. Non me la voglio prendere con la signora in questione, perché a una certa età si diventa intolleranti, perché capisco che il rumore di un pallone che sbatte su una saracinesca può dare fastidio ecc. ecc. Capisco meno e faccio fatica a giustificare invece il tono razzista con cui ha concluso la sua rivendicazione: andate al vostro paese a giocare? Ma sono bambini. Abitano nel quartiere. Parlano l’italiano meglio di molti autoctoni. I due baby calciatori non l’hanno cagata di pezza e, come noi 40 anni fa, credo abbiano pensato: vecchia rompicoglioni ecc. ecc. La bambina ascoltava attenta e all’invito ad andare al paese d’origine a giocare ha risposto, con l’innocenza dell’età: ma il nostro paese è lontano. La signora ha bofonchiato qualcosa di incomprensibile, perché a volte anche il becerume deve fare un passo indietro. Se avessi potuto l’avrei abbracciata la bambina. Mi sono limitato a sorridere.
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lunedì 24 settembre 2012
giovedì 20 settembre 2012
Fellatio
Cosa non si fa per un pompino…..
SESSO: ECCITAZIONE RIDUCE SENSO DISGUSTO DONNE
(AGI) - Washington, 13 set. - L'eccitazione sessuale rende accettabili e piacevoli contatti e cose che normalmente le donne riterrebbero disgustose. E' il risultato di uno studio dell'Universita' di Groningen nei Paesi Bassi coordinato da Charmaine Borg. La ricerca e' stata pubblicata sulla rivista Plos One e ha analizzato le risposte femminili a diverse situazioni sgradevoli capaci in contesti normali di innescare il senso del disgusto.
SESSO: ECCITAZIONE RIDUCE SENSO DISGUSTO DONNE
(AGI) - Washington, 13 set. - L'eccitazione sessuale rende accettabili e piacevoli contatti e cose che normalmente le donne riterrebbero disgustose. E' il risultato di uno studio dell'Universita' di Groningen nei Paesi Bassi coordinato da Charmaine Borg. La ricerca e' stata pubblicata sulla rivista Plos One e ha analizzato le risposte femminili a diverse situazioni sgradevoli capaci in contesti normali di innescare il senso del disgusto.
giovedì 13 settembre 2012
Passera
Ecco perché alle elementari la maestra Laura ci diceva sempre: bambini, pensate bene prima di scrivere!
ALCOA: PASSERA, TENERLA APERTA COSTA, MA DISPONIBILI
REGGIO EMILIA
(ANSA) - REGGIO EMILIA, 4 SET - Secondo il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, tenere aperta Alcoa "costa, ma siamo disponibili a farlo se ci fossero compratori". Poi, ha aggiunto, "intendiamo anche rispettare i patti. C'é un accordo ben preciso, sottoscritto da tutti: se non lo rispettassimo perderemmo di credibilità in altri accordi per gestire fasi più difficili di altre aziende".(ANSA).
AG-BNT/ S0A QBXB
ALCOA: PASSERA, TENERLA APERTA COSTA, MA DISPONIBILI
REGGIO EMILIA
(ANSA) - REGGIO EMILIA, 4 SET - Secondo il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, tenere aperta Alcoa "costa, ma siamo disponibili a farlo se ci fossero compratori". Poi, ha aggiunto, "intendiamo anche rispettare i patti. C'é un accordo ben preciso, sottoscritto da tutti: se non lo rispettassimo perderemmo di credibilità in altri accordi per gestire fasi più difficili di altre aziende".(ANSA).
AG-BNT/ S0A QBXB
giovedì 9 agosto 2012
E poi parlano di alta velocità: ma mi facci il piacere!
Si avvisano i signori viaggiatori che a causa di un intervento richiesto dall’autorità giudiziaria i treni da e per Venezia subiranno ritardi. La prima reazione, nella calura agostana della stazione, è: minchia, proprio stasera che per una fortunata congiunzione astrale c’è a casa anche la mia signora, arriverò a tutte le ore, espressione semi dialettale che significa sostanzialmente: bene che vada, arriverò comunque tardi. Poi ho pensato che dietro un annuncio di questo genere c’è sempre un dramma umano e che da maggio ad oggi sulla Milano Venezia sono state tre le persone che hanno deciso di togliersi la vita lasciandosi cadere sulle rotaie del treno, e il disagio è passato in secondo piano. Non entro nel merito dei gesti di disperazione, faccio invece altre considerazioni, forse più prosaiche ma sostanziali su un servizio pubblico enormemente carente e impreparato a qualsiasi emergenza. Purtroppo negli ultimi anni i suicidi lungo la Milano Venezia non sono episodi isolati: avvengono peraltro sempre negli stessi punti, a ridosso delle stesse stazioni. E’ possibile, mi chiedo, che non si possano prevedere delle barriere che impediscano gli accessi? Una maggiore sorveglianza nei punti critici? Credo che una società di trasporti, a prescindere dal caso specifico, dovrebbe avere pronto un piano d’emergenza: non dico autobus di collegamento e treni pronti a partire nelle stazioni immediatamente successive al blocco, perchè potrebbe essere oggettivamente complicato, ma molto più banalmente una linea dedicata di deflusso, anche alternato, del traffico, in modo da non paralizzare per ore il transito, creando disagi soprattutto a chi deve prendere delle coincidenze. Ieri poi si è arrivati al paradosso. I primi treni a subire ritardi sono stati quelli nella fascia oraria 17-18. Dopo l’annuncio di cui sopra, sui tabelloni luminosi è comparso un delay ottimistico di 30 minuti. Io che ormai sono un veterano con abbonamento Eurostar, sapevo sin dall’inizio che, bene che potesse andare, l’attesa non sarebbe stata inferiore ai 90, 120 minuti. Nel mio caso però la sorte mi riservava un piano B: il locale per Brescia delle 18.08 in partenza da Verona, e quindi potenzialmente in servizio visto che l’incidente si era verificato tra Venezia e Verona. Sempre per la mia veteranitudine, sapevo anche però che 8 volte su 10 il locale delle 18.08, per ragioni misteriose, viene soppresso. Per questo sono sceso in biglietteria, ho chiesto conferma del treno ad una addetta in evidente imbarazzo e ho comprato il biglietto regionale. Siccome però il veterano che è in me ha imparato a non fidarsi di Trenitalia, di TreNord e di tutti i sodali dell’ad Moretti, sono andato al binario indicato, dove peraltro alle 18 del convoglio non c’era ancora traccia, ma non ho obliterato. E infatti alle 18.07, puntuale: informiamo i signori viaggiatori che il treno numero xxx delle 18.08 per Brescia, oggi è soppresso. Ci scusiamo per il disagio. Inutile dire che chi di dovere lo sapeva benissimo anche 10 minuti prima che quel treno non sarebbe mai partito, ma ha dato l’ordine di fare la finta. Tanto chissenefrega dell’emergenza, del caldo ecc. ecc.
Proprio ieri, poco prima di andare in stazione, leggevo un lancio Ansa in cui si diceva che l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, vuole “esportare anche in Russia e negli Stati Uniti” il modello di servizio dell'Alta Velocità dei Frecciarossa - che secondo il Financial Times è migliore di quello francese e tedesco - insieme a tutte le eccellenze tecnologiche per le infrastrutture ferroviarie. Moretti l’avrebbe detto, a quanto riferisce l’agenzia, alle telecamere de 'La Freccia.Tv' in uno speciale dedicato alle attività internazionali del Gruppo. “Occorre rendere più fluido il processo di liberalizzazione, stabilire regole comuni e standard di interoperabilità, puntare al completamento del mercato ferroviario interno all'Ue”, ha anche sottolineato Moretti, aggiungendo: “Chi non apre il proprio mercato non può avere la possibilità di andare negli altri. Questa è la prima questione da affrontare”. "Il nostro è l'unico settore in Europa dove occorre avere più certificati di sicurezza e più licenze per poter operare nei diversi mercati”, uno per ogni paese, il che rende estremamente complicato un omogeneo processo di liberalizzazione”. Moretti, infine, ha illustrato le prossime tappe: il completamento della costruzione delle nuove grandi stazioni dell'Alta Velocità, il debutto dei nuovi treni Frecciarossa 1000 e l'ingresso in nuovi mercati: “La sfida è l'Europa, il mercato unico nel quale tutti i competitors dovranno operare. Bisogna essere solidi dal punto di vista economico-finanziario, credibili dal punto di vista della capacità di gestire il business e dare fiducia ai nuovi mercati in cui si vuole entrare”. Poi basta il gesto disperato di un poveraccio ed è la paralisi completa.
Proprio ieri, poco prima di andare in stazione, leggevo un lancio Ansa in cui si diceva che l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, vuole “esportare anche in Russia e negli Stati Uniti” il modello di servizio dell'Alta Velocità dei Frecciarossa - che secondo il Financial Times è migliore di quello francese e tedesco - insieme a tutte le eccellenze tecnologiche per le infrastrutture ferroviarie. Moretti l’avrebbe detto, a quanto riferisce l’agenzia, alle telecamere de 'La Freccia.Tv' in uno speciale dedicato alle attività internazionali del Gruppo. “Occorre rendere più fluido il processo di liberalizzazione, stabilire regole comuni e standard di interoperabilità, puntare al completamento del mercato ferroviario interno all'Ue”, ha anche sottolineato Moretti, aggiungendo: “Chi non apre il proprio mercato non può avere la possibilità di andare negli altri. Questa è la prima questione da affrontare”. "Il nostro è l'unico settore in Europa dove occorre avere più certificati di sicurezza e più licenze per poter operare nei diversi mercati”, uno per ogni paese, il che rende estremamente complicato un omogeneo processo di liberalizzazione”. Moretti, infine, ha illustrato le prossime tappe: il completamento della costruzione delle nuove grandi stazioni dell'Alta Velocità, il debutto dei nuovi treni Frecciarossa 1000 e l'ingresso in nuovi mercati: “La sfida è l'Europa, il mercato unico nel quale tutti i competitors dovranno operare. Bisogna essere solidi dal punto di vista economico-finanziario, credibili dal punto di vista della capacità di gestire il business e dare fiducia ai nuovi mercati in cui si vuole entrare”. Poi basta il gesto disperato di un poveraccio ed è la paralisi completa.
martedì 7 agosto 2012
Petanque
Beppe Grillo ironizza sugli sport praticati alle Olimpiadi dicendo che ormai mancano soltanto le freccette da bar, le bocce e il parcheggio cronometrato in retromarcia. Secondo me il fatto che alle Olimpiadi manchino le bocce è scandaloso, vista la storia e la tradizione di questa disciplina, per la quale ammetto un debole, anche affettivo, legato al ricordo di mio padre, per anni giocatore di serie A. Ma al di là di questo personale amarcord, credo che le bocce, per diffusione, praticanti, movimento, abbiano tutti i titoli per entrare a far parte delle competizioni olimpiche. E a maggior ragione oggi che sotto il cielo di Olimpia si vede di tutto. Persino il volano.
lunedì 6 agosto 2012
La storia che non insegna
Hiroshima, 6 agosto 1945, ore 8.16. Esplode la prima bomba atomica sul Giappone. 80.000 morti in un secondo, il 90% degli edifici distrutti, altre 100.000 vittime negli anni successivi a causa delle ferite e dell'avvelenamento da radiazioni.
Nagasaki, 9 agosto 1945, ore 12. Esplode la seconda bomba nucleare. 40.000 morti in un instante, 55.000 feriti, altre 40.000 vittime nel mesi seguenti.
Oggi, dopo 67 anni, la minaccia dell'uso delle armi nucleari è ancora viva.Tuttora nel mondo esistono oltre 20.000 testate nucleari di cui almeno 2.000 pronte all'uso.
Italia, 6 agosto 2012. Il governo, nonostante la drammarica crisi economica, intende spendere 12 miliardi di euro per l'acquisto di 90 bombardieri F35, idonei al traposto di ordigni nucleari.
Nagasaki, 9 agosto 1945, ore 12. Esplode la seconda bomba nucleare. 40.000 morti in un instante, 55.000 feriti, altre 40.000 vittime nel mesi seguenti.
Oggi, dopo 67 anni, la minaccia dell'uso delle armi nucleari è ancora viva.Tuttora nel mondo esistono oltre 20.000 testate nucleari di cui almeno 2.000 pronte all'uso.
Italia, 6 agosto 2012. Il governo, nonostante la drammarica crisi economica, intende spendere 12 miliardi di euro per l'acquisto di 90 bombardieri F35, idonei al traposto di ordigni nucleari.
venerdì 3 agosto 2012
Vive la France
La scorsa settimana, la mia signora e io, mentre stavamo facendo colazione in un bar nel centro di Cavillon, paesino della Provenza, abbiamo assistito ad un divertente scambio di opinioni tra un vecchietto in bicicletta e una ragazza in auto, ragazza che mostrava, anche sonoramente, di gradire poco la lentezza con cui il suddetto vecchietto procedeva lungo la strada. Proprio di fronte a noi, il nonno, con tutta calma, è sceso dalla bici e si è girato verso l’auto da cui proveniva incessante il suono del clacson. A quel punto – da italiano - mi sarei aspettato un lungo elenco di insulti reciproci, con corollario di valutazioni sulle abilità di guida dei rispettivi veicoli, in relazione al sesso e all’età. Nulla di tutto ciò. Il vecchietto, con un sorriso e un’ironia tipicamente francesi si è rivolto alla donna con estremo garbo, ma con la distanza e la freddezza che solo la forma non confidenziale sa dare: Madame, signora. Dandole quindi del lei, o per meglio dire del voi. Avete fretta? Vous avez presser? Se avete fretta, partite prima! Si vous avez presser, parties plus tot!. Che dire? Chapeaux.
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