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lunedì 1 febbraio 2010

La lepre

Poi dicono che uno è fissato! Per forza, ferroviedellostato è una miniera continua di spunti tragicomici che non ci si può quasi esimere. Archiviato il mese di gennaio durante il quale solo per due mattine il solito regionale ha rispettato l’orario di transito a Brescia e di arrivo a Verona (un record: anche per la legge dei grandi numeri era impossibile fare peggio ), stamattina, con mio sommo piacere e stupore, la voce della stazione l’ha annunciato a Brescia con soli 5 minuti di ritardo. 5 minuti che si sono poi ridotti di fatto a tre. Non faccio in tempo a prendere posto e godermi un inizio mese che nasce sotto buoni auspici, che il capotreno raffredda i miei entusiasmi comunicando una sosta di 20 minuti, non definitivi peraltro, causa un intervento dei vigili del fuoco alla stazione di Desenzano. Sempre il capotreno prega però di non abbandonare le carrozze, perché in caso di via libera anticipato si sarebbe partiti immediately. Dieci minuti più tardi, il semaforo verde viene spostato di ulteriori 20 minuti. Improvvisamente, più o meno alla mezza di ritardo, il treno si muove. Prima fermata, Desenzano. Non guardo nemmeno dal finestrino per vedere cosa può essere successo. Tra Desenzano e Peschiera nuovo annuncio. Questo treno terminerà la corsa alla stazione di Peschiera: i passeggeri diretti a Verona possono prendere il regionale in arrivo sul binario 1. Libro, zainetto, cappottoguantieberretto, discesa in direzione binario 1. In verità, una vera e propria migrazione: la destinazione finale di quel convoglio era Verona, quindi tutti i passeggeri erano diretti lì. Anyway. La spiegazione che il/la capotreno (era una donna) fornisce è quantomeno bizzarra. Siccome noi siamo in ritardo, mentre il treno che ci segue è in orario, è inutile che proseguiamo: è più ragionevole lasciargli strada. Più o meno come la lepre nelle gare di atletica.

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