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venerdì 5 febbraio 2010

Il Ranger del treno


Tre giorni di seguito in orario è un evento che va segnato sul calendario, insieme ai santi, ai compleanni e all’arrivo delle mestruazioni. Ma non è di questo che voglio parlare. In treno capita a volte di assistere a situazioni potenzialmente pericolose che si trasformano, non dico in comiche, ma divertenti sì, grazie all’intelligenza e all’ironia di chi è chiamato a gestirle. L’altra sera salgo su una delle prime carrozze vacanti del solito interregionale. La riempiamo in solo 10-12 viaggiatori, distribuendoci comodamente lungo lo scompartimento vuoto. Tra di noi 7 ragazzi africani. Uno si accomoda alle mie spalle, gli altri fanno gruppo più indietro. Devo ammettere che il viaggio in treno è uno dei momenti più belli della giornata, perché riesco a leggere in tutta tranquillità. Sono assorto nelle pagine dell’ultimo libro di Carofiglio e non faccio caso più di tanto all’aria che mi punge sul collo: o più probabilmente, visto il materiale rotabile su cui sono solito viaggiare, non si tratta di una novità, e di conseguenza di un fastidio. Alzo lo sguardo quando dalla porta di fronte entra il controllore e vedo la faccia simpatica di un signore di mezza età. Contemporaneamente da dietro una voce chiede di far chiudere il finestrino. Il controllore si rivolge al ragazzo alle mie spalle e gli dice cortesemente di provvedere, vista anche la temperatura esterna, ma quest’ultima considerazione l’ho pensata io ridestandomi dall’intreccio della trama. Anzi, in realtà il controllore dice una cosa un po’ ridicola, un misto tra il fumettoso stile Kit Carson, il ranger amico di Tex Willer, e il film western alla John Wayne, ma che detta con quella faccia e in quel contesto, ha un che di simpatico: fratello, mi dicono che dovresti chiudere perché fa freddo. Io invece sento caldo, la pronta risposta del ragazzo. Il controllore non fa polemica, si dirige verso chi ha sollecitato il suo intervento. Breve conciliabolo, che non sento, e nuovo tentativo di mediazione. Se l’approccio di prima era stato simpatico questo lo è ancora di più: Facciamo così, se sei d’accordo: questo treno ha delle carrozze più fresche (confermo, quasi solo carrozze fresche…): tu ora chiudi il finestino e vieni con me: ti trovo un altro posto. Perché non si spostano loro? Perché loro sono in sei, fratello, e mi è sembrato di capire, correggimi se sbaglio, che non ti vogliono molto bene. E’ meglio che tu ed io andiamo da un’altra parte, fidati. Ah, dimenticavo: il controllore si è guardato bene dal verificare i biglietti, che sicuramente tutti avevano regolarmente vidimato, ma nel dubbio, meglio lasciar perdere.

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