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martedì 15 aprile 2008

Missing

Posso non essere d’accordo, e non sono d’accordo, ma in democrazia il popolo è sovrano e il risultato delle urne è stato chiaro, netto. Inequivocabile. L’Italia è un paese di centrodestra, lo è da sempre, non è una novità. Da ieri lo è ancora di più e lo ha dimostrato quasi con violenza: un ruggito, un pugno sul tavolo, un’onda anomala che ha spazzato via pezzi di storia della repubblica, senza guardare in faccia nessuno, senza nemmeno il terzo tempo, come nel calcio. La vittoria del partito democratico era un’utopia in partenza. Walter Veltroni ha già fatto un miracolo. Ha dominato la campagna elettorale, purtroppo non ha convinto gli elettori. La speranza è che questo successo parziale non venga ora dilapidato da personalismi interni o miserabili vendette. Berlusconi ha vinto e con lui ha stravinto la lega, che ha raddoppiato i voti rispetto a due anni fa, è il primo partito al nord con percentuali bulgare e, soprattutto, è decisiva al Senato. Sostenere adesso che il carroccio ha intercettato solo il voto di protesta credo sia riduttivo, oltre che pericoloso. Significa – e parlo della sinistra, la sinistra extraparlamentare, come titolava oggi il manifesto - significa, dicevo, voler rimanere lontani dal paese reale e non porsi il problema del perché di una sconfitta drammatica. A chi sono andati se non alla lega i voti degli operai? Dei precari, di tutti quelli che non arrivano alla quarta settimana? Questa volta, peraltro, il cavaliere non aveva promesso che avrebbe portato il mare in piazza duomo, anzi: non c’è quindi nemmeno l’alibi del grande prestigiatore, carta c’è carta non c’è. Probabilmente la sinistra ha pagato a caro prezzo i due anni al governo, ostaggio di una presidenza della camera e di battaglie che, evidentemente, non sono state percepite importanti, necessarie, né dirimenti nemmeno dall’elettorato di riferimento, C’è poi da dire che un cartello elettorale non sempre fa un partito. Passare da un 11 per cento, seppur virtuale, ad un misero 3 rimane un rifiuto politico. Detto questo, secondo me il dato grave non è tanto la vittoria del centrodestra: ha i numeri per governare un’intera legislatura e lo farà. Bene o male lo giudicheranno tra 5 anni i cittadini, che hanno dimostrato – a dispetto della mia miopia - di non fare sconti a nessuno. I problemi sono evidenti. Il clima tra maggioranza e opposizione sembra meno astioso e questo potrebbe essere un buon punto di partenza, quantomeno per diventare finalmente una democrazia compiuta. E’ grave che dal parlamento rimangano fuori le forze veramente laiche. Il pensiero unico, o quantomeno il pensiero genuflesso è un impoverimento del dibattito e della stessa rappresentatività di un paese complesso come il nostro.

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