(…) I 10 minuti in meno di pausa - su 40 - la mezz'ora di mensa spostata a fine turno, e sopprimibile, lo straordinario triplicato - da 40 a 120 ore - e una turnazione che impedisce di programmare la vita, sono già un costo carissimo. Aggiungervi le limitazioni allo sciopero e il ricatto sui primi tre giorni di malattia è una provocazione o un errore, di chi vuole usare Polonia e Cina per insediare un dispotismo asiatico in fabbrica qui, quando la speranza è che l'anelito alla dignità e alla libertà in fabbrica faccia saltare il dispotismo in Cina (…)
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mercoledì 23 giugno 2010
Pomigliano d.c.
(…) Molte imprese in difficoltà, specialmente nel Nordest, nelle Marche, in Puglia e in tutto il Mezzogiorno, metteranno i loro dipendenti di fronte allo stesso dilemma che riguarda per ora i 5000 dipendenti Fiat di Pomigliano. Dichiareranno che in caso di risposta negativa saranno costrette a de-localizzare la produzione in siti più convenienti. Pomigliano cioè è l'apripista d'un movimento generale e non sarà né la Fiom né Bonanni che potrà fermarlo (…)
lunedì 21 giugno 2010
Ministerolandia
A mettere le cose a posto ci ha pensato Umberto Bossi dal pratone di Pontida. C’è un solo ministro per il federalismo e sono io. Poi ha aggiunto che al massimo potrebbe chiedere una mano a Roberto Calderoli. Con buona pace di Aldo Brancher, il neo ministro per l’attuazione del federalismo. Si occuperà di decentramento, ha detto Bossi, che è importante, ma è un’altra cosa. Fuori dal politicamente (quasi) corretto significa: caro cavaliere, salva pure i tuoi scherani dai processi inventandoti dicasteri, ma chi decide su questo argomento è la Lega, anzi sono io, Bossi Umberto da Cassano Magnago, Varese. Che va pure bene, per carità: il problema è che, a conti fatti, un nuovo ministero farlocco, pare ci costerà almeno un milione di euro. E questo per rimanere sul prosaico, perché se ci dovessimo inoltrare in disquisizioni etiche o di opportunità politica, vista la crisi, il ricatto di Pomigliano, la manovra economica, i condoni riesumati per raccattare qualche soldo, non ne usciremmo più. Sarebbe forse stato meglio lasciare Brancher ai suoi giudici. In ogni caso questa legislatura del fare, nata per semplificare e per combattere le inefficienze e i fannulloni, presenta almeno tre ministeri se non inutili un filino discutibili: il ministero per l’attuazione del programma, il ministero per la semplificazione, il ministero per l’attuazione del federalismo. E intanto il cav, che si è incartato sul decreto intercettazioni, non molla l’interim dello sviluppo economico. Che è anche il dicastero, lo ricordo, delle comunicazioni e delle frequenze tv. Il fatto che sia Berlusconi a guidarlo è un ulteriore disdoro al nostro Paese, tanto più che un titolare a tutti gli effetti sarebbe quantomai necessario in una fase così delicata di crisi industriale.
venerdì 18 giugno 2010
Intercettati in tempo
Ogni giorno si scopre di esser scesi di un nuovo gradino verso un peggio che sembra non arrivare mai.
Oggetto: I: VIOLENZA SESSUALE "LIEVE" AI MINORI: ECCO I NOMI DEI SENATORI FIRMATARI
Si erano inventati un emendamento proprio carino.
Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato l'emendamento 1.707,
quello che introduceva il termine di "Violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di minori.
Firmatari, alcuni senatori di Pdl e Lega che proponevano l'abolizione dell'obbligo di arresto in flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se - appunto - di "minore entità".
Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale "di lieve entità" nei confronti di un bambino.
Dopo la denuncia del Partito Democratico, nel Centrodestra c'è stato il fuggi-fuggi, il "ma non lo sapevo", il "non avevo capito", il "non pensavo che fosse proprio così" uniti all'inevitabile berlusconiano
"ci avete frainteso".
Poi, finalmente, un deputato del Pd ha scoperto i firmatari dell'emendamento 1707.
Annotateli bene:
sen. Maurizio Gasparri (Pdl),
sen. Federico Bricolo (Lega Nord Padania),
sen. Gaetano Quagliariello (Pdl),
sen. Roberto Centaro (Pdl),
sen. Filippo Berselli (Pdl),
sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord Padania) e il
sen. Sergio Divina (Lega Nord Padania).
Per la cronaca, il sen. Bricolo era colui che proponeva il "carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico" (ma non per chi palpeggia o mette un dito dentro ad una bambina);
il sen. Berselli è colui che ha dichiarato "di essere stato iniziato al sesso da una prostituta" (e da qui si capisce molto...);
il sen. Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari "emendamenti per impedire i matrimoni misti";
mentre il sen Divina è divenuto celebre per aver pubblicamente detto che "i trentini sono come cani ringhiosi e che capiscono solo la logica del bastone" (citazione di una frase di Mussolini).
Oggetto: I: VIOLENZA SESSUALE "LIEVE" AI MINORI: ECCO I NOMI DEI SENATORI FIRMATARI
Si erano inventati un emendamento proprio carino.
Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato l'emendamento 1.707,
quello che introduceva il termine di "Violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di minori.
Firmatari, alcuni senatori di Pdl e Lega che proponevano l'abolizione dell'obbligo di arresto in flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se - appunto - di "minore entità".
Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale "di lieve entità" nei confronti di un bambino.
Dopo la denuncia del Partito Democratico, nel Centrodestra c'è stato il fuggi-fuggi, il "ma non lo sapevo", il "non avevo capito", il "non pensavo che fosse proprio così" uniti all'inevitabile berlusconiano
"ci avete frainteso".
Poi, finalmente, un deputato del Pd ha scoperto i firmatari dell'emendamento 1707.
Annotateli bene:
sen. Maurizio Gasparri (Pdl),
sen. Federico Bricolo (Lega Nord Padania),
sen. Gaetano Quagliariello (Pdl),
sen. Roberto Centaro (Pdl),
sen. Filippo Berselli (Pdl),
sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord Padania) e il
sen. Sergio Divina (Lega Nord Padania).
Per la cronaca, il sen. Bricolo era colui che proponeva il "carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico" (ma non per chi palpeggia o mette un dito dentro ad una bambina);
il sen. Berselli è colui che ha dichiarato "di essere stato iniziato al sesso da una prostituta" (e da qui si capisce molto...);
il sen. Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari "emendamenti per impedire i matrimoni misti";
mentre il sen Divina è divenuto celebre per aver pubblicamente detto che "i trentini sono come cani ringhiosi e che capiscono solo la logica del bastone" (citazione di una frase di Mussolini).
mercoledì 16 giugno 2010
Fausto
FIAT: BERTINOTTI, FIOM E' SOLA, DOVE E' LA SINISTRA?
(ANSA) - ROMA, 16 GIU - "La Fiom è sola? Sì, è vero. Ma accade perché tutta la sinistra, sia moderata sia radicale, è morta. Dov'é finita la sinistra dei post-it, quella di 'Repubblica' dei girotondi, quella che protesta contro il ddl intercettazioni? A Pomigliano non la vedo". Dopo un lungo silenzio l'ex segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti parla in un'intervista a 'Il Riformista'. "Sono davvero emozionato - dice - dalla rigorosa e coerente linea a difesa dei diritti dei lavoratori della Fiom e lo sono a maggior ragione di fronte al fatto che tutti i grandi giornali, tutti i grandi partiti, tanta parte di quell'intellettualità e di quei mondi che s'indignano, giustamente, contro le leggi bavaglio, oggi è complice della Fiat. Il carico d'ipocrisia dei media e della politica, di fronte a una vicenda che punta - attraverso la Fiat - a ridisegnare le relazioni industriali e la Costituzione materiale del Paese, è enorme". "Fiat e altri, governo in testa -conclude Bertinotti- vogliono completare l'opera iniziata davanti ai cancelli di Mirafiori nel 1980: fabbriche senza sindacati e lavoratori senza diritti". (ANSA).
(ANSA) - ROMA, 16 GIU - "La Fiom è sola? Sì, è vero. Ma accade perché tutta la sinistra, sia moderata sia radicale, è morta. Dov'é finita la sinistra dei post-it, quella di 'Repubblica' dei girotondi, quella che protesta contro il ddl intercettazioni? A Pomigliano non la vedo". Dopo un lungo silenzio l'ex segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti parla in un'intervista a 'Il Riformista'. "Sono davvero emozionato - dice - dalla rigorosa e coerente linea a difesa dei diritti dei lavoratori della Fiom e lo sono a maggior ragione di fronte al fatto che tutti i grandi giornali, tutti i grandi partiti, tanta parte di quell'intellettualità e di quei mondi che s'indignano, giustamente, contro le leggi bavaglio, oggi è complice della Fiat. Il carico d'ipocrisia dei media e della politica, di fronte a una vicenda che punta - attraverso la Fiat - a ridisegnare le relazioni industriali e la Costituzione materiale del Paese, è enorme". "Fiat e altri, governo in testa -conclude Bertinotti- vogliono completare l'opera iniziata davanti ai cancelli di Mirafiori nel 1980: fabbriche senza sindacati e lavoratori senza diritti". (ANSA).
venerdì 11 giugno 2010
Non vedo, non sento, non so
(…) la legge che il Parlamento s'accinge a varare non supera il vaglio del diritto, soprattutto per quanto riguarda quello che a me pare il vizio macroscopico, che macroscopicamente tradisce una mentalità illiberale, o meglio autoritaria, di chi l'ha impostata, presumibilmente senza nemmeno rendersene conto (poiché altrimenti, pronunciando ogni giorno parole di libertà, certamente avrebbe evitato...). In ogni regime libero, l'informazione è un delicatissimo sistema di diritti e di doveri, in cui l'interesse dei cittadini a essere informati e il connesso diritto-dovere dei giornalisti di fare cronaca, onesta e completa, dei fatti di rilevanza pubblica incontra i soli limiti che derivano dal rispetto dell'onore e della riservatezza delle persone. Sono le persone offese che, ricorrendo al giudice, in un rapporto per così dire, paritario con il giornalista o il giornale, possono chiedere la riparazione del loro diritto violato. Il potere politico, governo o parlamento, non c'entrano per niente. Non possono prendere provvedimenti o stabilire per legge quel che i giornali, gli organi d'informazione in genere, possono o non possono pubblicare. Possono certo stabilire casi di segretezza o di riservatezza, per proteggere l'interesse al buon andamento di funzioni pubbliche (ad esempio, trattative diplomatiche, operazioni dei servizi di sicurezza, svolgimento di indagini giudiziarie, ecc.) e, a questo fine, possono prevedere sanzioni a carico dei funzionari infedeli che violano il segreto e la riservatezza. Ma non possono estendere il divieto e la sanzione agli organi dell'informazione i quali, quale che sia stato il modo, siano venuti in possesso di informazioni rilevanti e le abbiano portate alla conoscenza della pubblica opinione. In breve: il potere politico può proteggersi, ma non può farlo imbavagliando un potere - il potere dell'informazione - che ha la sua ragion d'essere nel controllo del potere (…)
mercoledì 5 maggio 2010
In piedi, preghiamo
Per lavoro leggo anche le agenzie. Quella che segue è una frase che pare abbia scritto di suo pugno Lui, nel senso di Silvio, in un articolo commemorativo del fu don Gianni Baget Bozzo. Frase peraltro di cui mi sfugge il significato, sicuramente filosofica, perlomeno nell’accezione che di filosofia da lo scrittore piacentino Paolo Colagrande: quando non si capisce un cazzo, allora è filosofia. Se posso avanzare un’ipotesi, lo stile mistico ascensionale mi porta ad attribuirne il copyright a (don) Sandro (budget) Bondi. Comunque, per non essere accusato di estrapolarla dal contesto per usarla comunisticamente contro il premier, allego l’intero lancio Ansa.
In piedi. Preghiamo.
"Io sono stato la conferma della sua convinzione secondo cui la storia agisce secondo un disegno provvidenziale che si rivela però dalle possibilità che la libertà immette nella storia"
POL:BAGET BOZZO
2010-05-05 12:43
BAGET BOZZO:BERLUSCONI,PER LUI ERO SEGNO DISEGNO PROVVIDENZA
ROMA
(ANSA) - ROMA, 5 MAG - Per Gianni Baget Bozzo, "io sono stato la conferma della sua convinzione secondo cui la storia agisce secondo un disegno provvidenziale che si rivela però dalle possibilità che la libertà immette nella storia". Lo scrive Silvio Berlusconi nell'articolo (dal titolo "Don Gianni anche adesso pensa a noi, ci aiuta e ci protegge") che apre il numero zero della rivista culturale "Il Nuovo Domenicale" che sarà presentata domani dal ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, alla Camera. "Ricordare don Gianni - afferma Berlusconi - significa per me ricordare un momento importante della mia vita, quella che coincide con il mio ingresso nella vita politica. Come spesso accade, gli incontri non sono casuali. L'incontro e la collaborazione con don Gianni non sono stati casuali. In fondo, si potrebbe dire che, per don Gianni, io sono stato la conferma della sua convinzione secondo cui la storia agisce secondo un disegno provvidenziale che si rivela però dalle possibilità che la libertà immette nella storia. In lui, infatti, le riflessioni teologiche e la fede cristiana intensamente e profeticamente vissuta si intrecciavano con il suo interesse e la sua passione per la politica, per quel pellegrinaggio che attraverso la città terrena conduce alla città di Dio". "In questo cammino, don Gianni è stato una delle persone che mi sono state più vicine, aiutandomi con i suoi suggerimenti e i suoi consigli, di cui ora sento indubitabilmente la mancanza. Anche in questi giorni mi sono spesso domandato che cosa avrebbe pensato don Gianni di certi 'passaggi' politici sui quali la sua riflessione era sempre attenta ed acuta. La sua assenza pesa a tutti noi che avremmo voluto poter sempre beneficiare delle sue intuizioni. Ma 'sentiamo' - conclude il premier - che anche ora don Gianni pensa a noi, ci aiuta e ci protegge". (ANSA).
PH/ S0A QBXB
In piedi. Preghiamo.
"Io sono stato la conferma della sua convinzione secondo cui la storia agisce secondo un disegno provvidenziale che si rivela però dalle possibilità che la libertà immette nella storia"
POL:BAGET BOZZO
2010-05-05 12:43
BAGET BOZZO:BERLUSCONI,PER LUI ERO SEGNO DISEGNO PROVVIDENZA
ROMA
(ANSA) - ROMA, 5 MAG - Per Gianni Baget Bozzo, "io sono stato la conferma della sua convinzione secondo cui la storia agisce secondo un disegno provvidenziale che si rivela però dalle possibilità che la libertà immette nella storia". Lo scrive Silvio Berlusconi nell'articolo (dal titolo "Don Gianni anche adesso pensa a noi, ci aiuta e ci protegge") che apre il numero zero della rivista culturale "Il Nuovo Domenicale" che sarà presentata domani dal ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, alla Camera. "Ricordare don Gianni - afferma Berlusconi - significa per me ricordare un momento importante della mia vita, quella che coincide con il mio ingresso nella vita politica. Come spesso accade, gli incontri non sono casuali. L'incontro e la collaborazione con don Gianni non sono stati casuali. In fondo, si potrebbe dire che, per don Gianni, io sono stato la conferma della sua convinzione secondo cui la storia agisce secondo un disegno provvidenziale che si rivela però dalle possibilità che la libertà immette nella storia. In lui, infatti, le riflessioni teologiche e la fede cristiana intensamente e profeticamente vissuta si intrecciavano con il suo interesse e la sua passione per la politica, per quel pellegrinaggio che attraverso la città terrena conduce alla città di Dio". "In questo cammino, don Gianni è stato una delle persone che mi sono state più vicine, aiutandomi con i suoi suggerimenti e i suoi consigli, di cui ora sento indubitabilmente la mancanza. Anche in questi giorni mi sono spesso domandato che cosa avrebbe pensato don Gianni di certi 'passaggi' politici sui quali la sua riflessione era sempre attenta ed acuta. La sua assenza pesa a tutti noi che avremmo voluto poter sempre beneficiare delle sue intuizioni. Ma 'sentiamo' - conclude il premier - che anche ora don Gianni pensa a noi, ci aiuta e ci protegge". (ANSA).
PH/ S0A QBXB
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