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mercoledì 5 maggio 2010

In piedi, preghiamo

Per lavoro leggo anche le agenzie. Quella che segue è una frase che pare abbia scritto di suo pugno Lui, nel senso di Silvio, in un articolo commemorativo del fu don Gianni Baget Bozzo. Frase peraltro di cui mi sfugge il significato, sicuramente filosofica, perlomeno nell’accezione che di filosofia da lo scrittore piacentino Paolo Colagrande: quando non si capisce un cazzo, allora è filosofia. Se posso avanzare un’ipotesi, lo stile mistico ascensionale mi porta ad attribuirne il copyright a (don) Sandro (budget) Bondi. Comunque, per non essere accusato di estrapolarla dal contesto per usarla comunisticamente contro il premier, allego l’intero lancio Ansa.
In piedi. Preghiamo.

"Io sono stato la conferma della sua convinzione secondo cui la storia agisce secondo un disegno provvidenziale che si rivela però dalle possibilità che la libertà immette nella storia"


POL:BAGET BOZZO
2010-05-05 12:43
BAGET BOZZO:BERLUSCONI,PER LUI ERO SEGNO DISEGNO PROVVIDENZA
ROMA
(ANSA) - ROMA, 5 MAG - Per Gianni Baget Bozzo, "io sono stato la conferma della sua convinzione secondo cui la storia agisce secondo un disegno provvidenziale che si rivela però dalle possibilità che la libertà immette nella storia". Lo scrive Silvio Berlusconi nell'articolo (dal titolo "Don Gianni anche adesso pensa a noi, ci aiuta e ci protegge") che apre il numero zero della rivista culturale "Il Nuovo Domenicale" che sarà presentata domani dal ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, alla Camera. "Ricordare don Gianni - afferma Berlusconi - significa per me ricordare un momento importante della mia vita, quella che coincide con il mio ingresso nella vita politica. Come spesso accade, gli incontri non sono casuali. L'incontro e la collaborazione con don Gianni non sono stati casuali. In fondo, si potrebbe dire che, per don Gianni, io sono stato la conferma della sua convinzione secondo cui la storia agisce secondo un disegno provvidenziale che si rivela però dalle possibilità che la libertà immette nella storia. In lui, infatti, le riflessioni teologiche e la fede cristiana intensamente e profeticamente vissuta si intrecciavano con il suo interesse e la sua passione per la politica, per quel pellegrinaggio che attraverso la città terrena conduce alla città di Dio". "In questo cammino, don Gianni è stato una delle persone che mi sono state più vicine, aiutandomi con i suoi suggerimenti e i suoi consigli, di cui ora sento indubitabilmente la mancanza. Anche in questi giorni mi sono spesso domandato che cosa avrebbe pensato don Gianni di certi 'passaggi' politici sui quali la sua riflessione era sempre attenta ed acuta. La sua assenza pesa a tutti noi che avremmo voluto poter sempre beneficiare delle sue intuizioni. Ma 'sentiamo' - conclude il premier - che anche ora don Gianni pensa a noi, ci aiuta e ci protegge". (ANSA).
PH/ S0A QBXB

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