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martedì 20 febbraio 2018

L'estate degli inganni




E se il mandante della strage alla stazione di Bologna fosse stato Gheddafi? Per ritorsione nei confronti dell’Italia, considerata responsabile dell’abbattimento nel proprio spazio aereo di un Mig pilotato dal suo primogenito? E se di questa responsabilità il Rais non ne avesse fatto mistero con il presidente del consiglio dell’epoca e con i principali ministri, ma fosse stato il suo guanto di sfida, non raccolto e insabbiato in una verità di comodo dai vertici istituzionali in nome della sicurezza nazionale? C’è tutto questo – e tanto di più: per esempio il ruolo interessato del Mossad nel riportare alla luce la vicenda - nel secondo convincente giallo di Roberto Perrone, che vede Il suo protagonista, l’ex colonnello dei carabinieri Annibale Canessa, immerso in un intrigo internazionale, che rimanda ai segreti della guerra fredda e al conflitto invisibile combattuto dalle grandi potenze nei cieli del Mediterraneo. Ma stavolta l’indagine sugli enigmi dell'estate di sangue, stagione d'inganni, depistaggi e tradimenti che ha spazzato via l'ultimo resto di innocenza in Italia, porterà Canessa, in nome della verità, a mettere in gioco ciò che gli è più caro. Attenzione, comunque. Avverte Perrone nella nota conclusiva: “Molti riferimenti a fatti realmente accaduti non sono casuali, ma si tratta, appunto, solo di riferimenti. Di nient’altro. Non ci sono tesi alternative da rivelare né l’intento di rileggere la Storia”. Da leggere


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