Translate

venerdì 17 giugno 2011

Costruita intorno a te

Era da molto tempo che non vivevo la città come nelle ultime settimane. Complice il trasloco di casa che mi ha costretto a continui trasferimenti, anche a piedi, tra il vecchio e il nuovo appartamento, attraverso le vie del centro storico e la loro variopinta multietnicità. Riflettevo su due aspetti. In una settimana, in una delle strade principali, un tempo il salotto buono di Brescia, oggi declassata a tinello, hanno aperto due nuove banche, che vanno ad aggiungersi alle non so quante presenti nel comune. Segno evidente di ricchezza, almeno così mi hanno sempre detto. A distanza di 500 metri, forse nemmeno, c’è una delle postazioni del camper emergenza, che da anni distribuisce il pasto a chi non ha da mangiare. Un tempo, ricordo, lì intorno si vedeva solo qualche tossico, alcuni stranieri spauriti appena arrivati e i chochard storici. Adesso il numero delle persone è aumentato. E a  ritirare il sacchetto si mettono in fila anche molti bresciani. Lo leggevo sul giornale locale. Una testimonianza a corredo di un’inchiesta sulla cassaintegrazione che, scriveva il quotidiano, ha colpito anche gli studi legali e notarili. Il racconto di un uomo di 50 anni, dipendente di un’azienda terziaria che un anno fa è stata costretta a chiudere per mancanza di commesse. Questo signore non se l’è ancora sentita di dire ai 3 figli che ha perso il lavoro. Così ogni mattina esce alla stessa ora di sempre e va alla ricerca di un impiego. Poi aspetta il camper emergenza, prende il pasto e si piazza all’esterno di un supermercato un po’ defilato in attesa che qualche massaia svuoti e abbandoni una busta. Quindi vi trasferisce il contenuto della carità, in modo da poter nascondere ai figli, quando rientra, la sua vergogna.

Nessun commento: