Translate

giovedì 23 settembre 2010

L’odore dei soldi

Non sono assolutamente preoccupato del futuro del dott. Profumo: 40 milioni di buonuscita sono un paracadute di tutto rispetto; gli fa onore se, come ha anticipato la moglie, 2 milioni andranno in beneficenza all’associazione di don Colmegna. E’ più intrigante invece l’ipotesi di un suo impegno in politica, papa straniero del pd: è di area, ha votato alle due ultime primarie, la signora ha sostenuto Rosi Bindi nella sfida a Bersani, ha una solida esperienza, non credo si possa dire che sia comunista o lo sia stato, ha 53 anni (troppo giovane forse?) ecc., ecc,. Insomma, l’identikit ideale del candidato da contrapporre all’omino coi tacchi. Come appassionante, almeno per me che non ho grandi frequentazioni con l’economia, è leggere i retroscena di queste manovre di potere, dove il mandante (libico) alla fine ha avuto solo il ruolo di specchietto per le allodole, mentre a rimestare sono stati gli amici per conto degli amici e gli amici degli amici perché le radici, il territorio, sono importanti. La cultura local la definisce Michele Serra: una fumisteria per gli allocchi, che del resto è la linea politica vincente degli ultimi 20 anni. Profumo è stato fatto fuori, dice sempre Serra, perché passava un sacco di tempo a New York, Parigi e Londra e a Verona neanche una cartolina. Scrive Francesco Giavazzi sul Corriere: “In quindici anni (Profumo) ha creato l’unica grande multinazionale con una testa italiana. I piccoli feudi sono fermamente intenzionati a distruggerla. Con il capitalismo dei feudi le nostre imprese non andranno lontane”. Ma sì, chissenefrega questa sera posso scegliere se vedere X Factor, Amici, i bambini disadattati che cantano canzoni da grandi, il Grande fratello e, se mi va bene, un bel plastico della casa di Montecarlo da Vespa con il gotha del giornalismo d’inchiesta italiano, Sallusti, Feltri, Belpietro, Bechis.

Nessun commento: