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giovedì 9 settembre 2010

Capezzoneide

La nota di Capezzone è come il caffè del mattino: aiuta ad iniziare bene la giornata. La bevanda rappresenta un godimento fisico (almeno per me), la prosa del portatutto del pdl è invece una sferzata all’autostima (dopo averla letta mi sento sempre un genio), oltre che essere un contributo inconsapevole (spero per lui) alla comicità. Ridere peraltro pare faccia bene alla salute.
Capezzone è un po’ come l’amico un po’ scemo e gaffeur, quando intuisci che potrebbe dire una cazzata, quella è già nell’aere. Tu in quel momento invidi l’uomo invisibile, lui invece si guarda in giro tronfio in cerca di consensi. Un coglione.
Sarebbe troppo facile ricordare a Capezzone i suoi trascorsi e ciò che diceva di Berlusconi: diamolo per caduto in prescrizione, detto senza ironia. Quello che sconcerta, e qui sta la comicità, è l’opportunità , i tempi, il tono e il contributo degli interventi. Se sei al bar puoi dire il cazzo che ti pare, anche fare pernacchie, alzare il dito medio (qualcosa però mi dice che ho fatto l’esempio sbagliato), ma in un contesto ufficiale, istituzionale, ci si aspetterebbe qualcosa di più, insomma.
Giudicate voi. Il primo settembre Danny Cap se la prende con l’IDV che ha presentato un esposto alla Vigilanza contro il direttore del TG1. E sprezzante del ridicolo, visto quello che il suo padrone e i suoi scherani stavano mettendo in atto contro il presidente della Camera, manda questo comunicato alle agenzie: "Ieri, per i miliziani dell'Idv, era la giornata del 'cacciare, zittire, galera', riferiti a Marcello Dell'Utri. Oggi, contro Augusto Minzolini, si passa a toni ancora più macabri, violenti e intimidatori: 'si contano i giorni aspettando la sua fine' ". "Resta da capire - aggiunge Capezzone - se sia questo il modo in cui l'opposizione intenda alimentare il confronto sulla scena pubblica italiana. Davvero, dovremo assistere a questo tipo di aggressioni, a questo linguaggio allusivo e pericoloso?” Vien da dire: ma quest’uomo pensa prima di scrivere? Mah.

Il giorno dopo nel mirino di Danny Cap c’è il buon Bersani reo di aver paragonato alla fogna la politica del cavaliere. Giudizio forse un po’ triviale, senz’altro discutibile. Per Capezzone è quasi un colpo di stato. E il tono è conseguente. "Oggi è una giornata nera per la democrazia italiana. Lo dico con dolore: quando Bersani si abbandona a un simile insulto ('fognà) contro il partito votato dalla maggioranza degli elettori, non offende tanto e solo noi, ma proprio gli italiani". "Come può definirsi 'democratico' un partito che insulta una forza legittimamente votata dai cittadini? Mi auguro che Bersani non solo si scusi (con gli italiani, prim'ancora che con noi), ma soprattutto si renda conto della gravità inaudita dell'atto che ha scelto di compiere". Sei scemo? Come si fa a farsi difendere da uno così?

Il 4 settembre Capezzone interviene offrendo la sua valutazione su un’ipotesi politica del Pd, che magari non avrà un grande costrutto, ma lui riesce a banalizzarla a tal punto che speri (per lui) che perlomeno non abbia capito un cazzo. "Prima gli insulti da trivio da parte di Bersani; poi la proposta di ammucchiata da parte della Bindi. E' ormai evidente un fatto, che si conferma fino al limite del paradosso: la sinistra, l'opposizione, e in particolare il Pd, non hanno né proposte né un progetto, una visione, un percorso da proporre al Paese, e di volta in volta si limita a stare al traino di chi grida (Di Pietro, la Cgil, la Fiom, l'ala politicizzata della magistratura, ecc)". "Ovviamente, in questo vuoto pneumatico di proposte, l'unico 'collante' disponibile resta l'antiberlusconismo, una ostilità tenace, livorosa, già ripetutamente bocciata dal Paese. Una sinistra così non è un'alternativa credibile, ed è destinata a rimanere minoranza per ancora molti anni".

A breve distanza, tanto per mettere le cose in chiaro in vista di Mirabello, parte l’elogio al padrone (quello attuale). "Le parole di Silvio Berlusconi, oltre a riproporre il percorso chiaro che il premier aveva già anticipato da settimane, tolgono pretesti e scuse a quanti pensavano o potevano pensare di agire in modo poco responsabile". "Ora non ci sono più scuse e tutti avranno il dovere di garantire ad un governo pluripremiato dai cittadini - dice - il diritto di poter continuare a lavorare senza intralci e senza ricatti".

Domenica 5 è il giorno di Fini. Ora, del discorso del presidente della Camera si può dire tutto, ma sintetizzarlo come fa Capezzone è... non lo so cosa è: mi arrendo.
"Il discorso di Gianfranco Fini è deludente. Nessuna spiegazione convincente sulle vicende che lo riguardano; antiberlusconismo costante e quasi ossessivo; insulti e offese contro il Pdl e contro la stampa che a Fini non piace. Con queste provocazioni non si va lontano". "Gli italiani - spiega - potranno presto vedere se, dopo queste pessime parole, i parlamentari vicini a Fini avranno la lealtà di rispettare il mandato ricevuto dagli elettori, e se voteranno o no i provvedimenti del Governo. Ma questi attacchi costanti contro Pdl, Governo e maggioranza non promettono nulla di buono, e confermano la deriva dei mesi passati".

Forza Italia allargata e Lega decidono che milioni di italiani (probabilmente utilizzano lo stesso sistema decimale di Biscardi) vogliono le dimissioni del Presidente della Camere per l’incompatibilità della sua carica istituzionale con la sua nuova iniziativa politica. In pratica un conflitto di interessi. Danny Cap non l’ha ancora detto ma ci siamo vicini, non disperate. Quella che segue è un’ansa del 7 settembre.
"Spero che nessuno sottovaluti la gravità (direi storica) di quel che sta accadendo. Mai nessuno aveva tentato di usare la terza carica dello Stato come uno sgabello da cui tenere comizi "contro", come una leva attraverso la quale cercare di scardinare l'assetto politico scelto dagli elettori, come uno strumento con cui condurre campagne faziose e di parte, come l'arma con cui realizzare iniziative scissionistiche. Di tutta evidenza, è quello che sta facendo Gianfranco Fini. Il vulnus rappresentato da questa scelta è profondo e intollerabile, e gli italiani ne sono ben consapevoli".

Oggi il vecchio Danny c’è l’ha invece con chi vuole zittire gli avversari (giusto) prefigurando un autunno di violenza (magari, ma difficile). Dimentica però di guardarsi in casa. "Si comincia con i grillini che volevano impedire a Dell'Utri o a Schifani, e domani non si sa a chi altri, di esprimersi; si prosegue con Di Pietro che li giustifica e li incoraggia, spiegando che bisogna 'zittire' gli avversari; si arriva ai gruppuscoli che ieri potevano ferire molto gravemente Raffaele Bonanni". "E' in atto una deriva pericolosa, e tutti dovrebbero comprendere che, quando si percorrono queste strade scivolose, non si sa mai come e dove si possa andare a finire. Consapevolmente o no (e non so quale delle due ipotesi sia più inquietante), c'è chi sottovaluta questa deriva, o pensa - peggio ancora - di poterla cavalcare. E' un errore drammatico. Un piccolo gruppo, ma organizzato e desideroso di puntare sulla violenza, può sempre tentare di approfittare di queste zone grigie, magari sperando in un incidente, in una reazione delle forze dell'ordine, in una situazione di caos... E' bene che tutti siano consapevoli di questo. Non bastano le parole di denuncia dell'uno o dell'altro episodio. Occorre lavorare - conclude - per isolare i violenti, e anche tutti quelli che, con l'uno o l'altro pretesto, pensano di poterli giustificare, incoraggiare, usare".

Grande Danny, per fortuna ci sei tu a sollevarci in queste giornate di merda

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