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sabato 3 aprile 2010

Il paese dell'ammmore

Hai voglia di dire: non c’è un’alternativa credibile, un leader carismatico in grado di trascinare le folle. A parte che sono portato a diffidare, per non dire ho paura, di un popolo che ha bisogno di in leader forte: ma come puoi pensare di diventare maggioranza in un paese che, senza colpo ferire, resetta un anno allucinante, in cui il premier ha fatto le peggio cose, personalmente e istituzionalmente, e ha già annunciato che andrà oltre? Come fai - e qui ha ragione Michele Serra – di fronte allo “spettacolo di una decina di uomini adulti, tutti di alta responsabilità pubblica, che sfilano dietro lo striscione «L' amore vince sempre sull' invidia e sull' odio»? La frase - dice sempre Serra - è oggettivamente di una scemenza imbarazzante, verrebbe scartata anche a un provino per i cartigli dei baci Perugina, e anche l'editor di Moccia gli suggerirebbe (garbatamente) di cambiarla. Uno normale si aspetterebbe a quel punto di vedere la folla ammutolire e andarsene imbarazzata. Invece no. Applausi. Urla di consenso. E allora va bene così. Con la Chiesa, all’angolo per lo scandalo dei preti pedofili, che a tre giorni dal voto, non perde l’occasione per lanciare il suo anatema: non votate i candidati abortisti. Come se ci fosse qualcuno sano di mente favorevole all’aborto. Ma semplificare fa comodo: buoni-cattivi, bianco-nero, vita-morte, ecc. ecc.. E infatti poi i vescovi vanno subito all’incasso sulla pillola RU486: i solerti nuovi governatori e le avanguardie papaline all’interno del pdl fanno immediata eco: mai la pillola nei nostri ospedali, pur sapendo di non potere nulla e di essere solo ridicole macchiette. Sempre comunque meno del capo, che tra le tante barzellette ha annunciato la sconfitta del cancro in tre anni. Ho sempre letto la satira preventiva di Michele Serra sull’Espresso come un geniale gioco dell’assurdo. A questo punto non ne sono tanto sicuro.

Maggio 2010. Lo stato maggiore del pdl sfila dietro lo striscione “La salute e l’allegria tutti i dolori portano via”. Nel suo comizio il premier, che in piazza San Giovanni aveva già annunciato la sconfitta del cancro (applauditissimo dalla folla), fornisce la sestina vincente del Superenalotto, ingravida una militante e racconta la barzelletta sul negro beneducato che mangia gli esploratori solo con la forchetta. Folla in visibilio. Breve intervento di Bossi che pronuncia parole di fuoco contro le adultere, maledice gli arabi e saluta con un rutto. Successo travolgente.

Ottobre 2010. Congresso del Pdl al Colosseo. Lo slogan dietro il palco è 'Un volto pulito di fanciulla è lo spettacolo più bello del mondo, ma dovreste vedere le tette!'. È apprezzatissimo dalla folla delle famiglie tradizionali, che fanno a gara per farsi fotografare col cellulare sotto lo striscione e mandare la bella immagine ai bambini che aspettano a casa. Il premier racconta la barzelletta del gay che cade da un elicottero su un traliccio, la folla si sganascia. Segue invettiva contro i giudici comunisti, i geometri comunisti, gli idraulici comunisti e le violiniste comuniste, infine il premier sale su una mongolfiera e scompare nel tramonto infocato. Bossi interviene minacciando tutte le razze bastarde, agitando un rastrello. Annuncia la fuoruscita dall'euro e l'introduzione del tallero padano. La folla è sempre più felice.

Aprile 2011. Questa volta lo striscione che apre il corteo del Pdl è stato scelto mescolando alcune lettere dello Scarabeo: lo slogan è 'PPGAAU ITTRW GOOSXIO'. La folla è letteralmente entusiasta. Berlusconi, da un palco alto cinquanta metri e circondato dall'aviazione, tuona contro i notai comunisti, le vedove comuniste, i palombari comunisti e i cani comunisti. Poi racconta la barzelletta dell'ebreo che ad Auschwitz racconta barzellette sugli ebrei. Bossi fa solo una breve comparsa, lancia fette di polenta sulle prime file, condanna i rapporti prematrimoniali e dichiara guerra all'Europa. La folla, cantando felice, parte direttamente per il fronte.

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