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martedì 28 aprile 2009

Verità di stampa

Giorni fa un importante esponente del parlamento europeo ha sostenuto che la vera nascita dell’Europa ci sarà solo quando, di Europa, ne parleranno i giornali. Non l’ho sentito personalmente, me l’ha raccontato una collega che era presente al dibattito. In effetti, a poche settimane dal rinnovo dell'emiciclo di Strasburgo, non c'è granchè consapevolezza generalizzata sul ruolo e sulle effettive competenze dei membri che andranno a comporlo, e sull'istituzione in sè. Ci ho ripensato leggendo il commento di Norma Rangeri all’ultima puntata di Annozero. Lo spunto l'ha offerto Sandro Ruotolo, inviato a Lampedusa, da dove ha proposto le immagini girate all'interno del mercantile che qualche giorno prima aveva raccolto i naufraghi di due barconi, figli di nessuno respinti dall'Italia e da Malta. Scrive Rangeri: “Non sono le riprese di qualche telegiornale italiano, ma il frutto del lavoro di un reporter tedesco. Insieme a un inviato di Repubblica, il giornalista è arrivato alla nave con un gommone e ha acceso la telecamera per documentare la drammatica situazione. Immagini di ordinaria sofferenza, gli immigrati stesi come un tappeto umano, mancanza di acqua, la ragazza incinta morta. La domanda di Ruotolo è semplice: «Se li avessimo visti subito, se i tg avessero mandato in onda questi volti, le autorità italiane li avrebbero lasciati in mezzo al mare per cinque giorni prima di intervenire con i soccorsi e portarli a Lampedusa?». No, lo dimostra il fatto che appena i due giornalisti si sono mossi, sono arrivati anche i soccorsi e la decisione della Farnesina di accoglierli. Segue una seconda domanda: come mai i nostri tg non hanno battuto sul tempo il reporter tedesco? Qui si entra nel merito della penosa condizione in cui è costretta l'informazione del sistema televisivo italiano: in mancanza di una concorrenza interna, lo scatto giornalistico si allenta, sono tutti più tranquilli e rilassati. Per rompere la routine deve venire uno dall'esterno. In più, gli immigrati sono finiti in mezzo al mare in un momento sbagliato, quando la tv aveva già la sua dose di dolore quotidiano con il terremoto. E in generale, i clandestini, come diceva Gad Lerner (anche lui a Lampedusa), non devono diventare persone, meglio se restano numeri, statistiche, problema di sicurezza nazionale. Non appena fai vedere le loro facce oltre a quelle degli abitanti dell'isola (Annozero ha mostrato il funerale della ragazza morta, con una silenziosa folla di lampedusani che portava fiori al cimitero), rischi che il telespettatore simpatizzi con questo popolo di disperati in fuga”.

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