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giovedì 13 marzo 2008

Zapatero vince ma da noi ha già vinto il Vaticano

Segnalato da Carlo

di Widmer Valbonesi
Il leader socialista spagnolo Zapatero vince con la sua determinazione riformatrice ma soprattutto con la sua concezione moderna della laicità dello Stato, anche contro le gerarchie ecclesiastiche che frenano le conquiste civili e di sviluppo del paese. Zapatero, con la sua determinazione, vuole dimostrare che lo Stato laico è l'unico depositario dell'etica pubblica e non teme che le gerarchie ecclesiastiche si schierino apertamente contro di lui, il che gli conferisce una certa autonomia nel perseguire le scelte di rinnovamento del paese, sia in campo civile che in quello scientifico, economico e sociale.
Il contrario di Walter Veltroni, che prima si rallegra della vittoria socialista, dimenticando di non aver voluto un'alleanza con Boselli, che sta nell'Internazionale socialista - chiedendogli di rinunciare alla sua identità - e poi si rallegra per l'annunciata neutralità della chiesa, che è tale solo perché tutte le forze di destra, di sinistra e di centro si sono stese a tappetino sulle richieste ecclesiastiche.
Berlusconi ha fatto di più, si richiama al liberalismo e ha ricordato che sui temi di coscienza ha lasciato libertà ai laici di decidere, salvo poi eliminarli tutti: da Del Pennino a Sterpa, da Jannuzzi a Biondi, fino a Capezzone, come fosse stato un ordine dell'inquisizione. In questo imitato dal Pd, che ha messo i laici - Radicali e non - in posizioni "a rischio".
Per alcuni si è detto che erano vecchi, ma per il fascista Ciarrapico o per Tremaglia l'età non conta.
In questa farsa di nuovismo e di buonismo c'è poi la farsa delle quote femminili .C'è chi si vanta di avere messo in lista un numero di donne pari al cinquanta per cento. Però, se si spulciano le liste, la stragrande maggioranza di esse sono collocate in fondo. Dove non saranno mai elette.
In compenso emerge invece la tendenza al nepotismo, al familismo, a premiare i fedeli, i collaboratori, le segretarie e i portavoce, gli addetti stampa. Cioè coloro che hanno il superbo compito di schiacciare fedelmente un bottone, a discapito delle intelligenze del mondo della cultura, delle professioni o dell'economia: di tutte quelle presenze che potevano sostanziare un'attività legislativa di qualità.
Il bipartitismo e il bipolarismo illudono gli italiani del fatto che, concentrando il voto, si cambierà il volto del paese; sarebbe ora che il paese cambiasse il volto di questa politica bipolare ipocrita e arrogante.

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