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sabato 18 gennaio 2014

Maggiordomo e classe dirigente

The Butler narra la storia di Eugene Allen, maggiordomo della Casa Bianca per più di trent'anni. Un tempo lunghissimo che ha consentito all’afroamericano Allen, scomparso nel 2010 a 91 anni, di conoscere e servire sette diversi presidenti degli Stati Uniti d’America: Dwight D. Eisenhower, John Fitzgerald Kennedy, Lyndon B. Johnson, Richard Nixon, Gerald Ford, Jimmy Carter e Ronald Reagan. Non ho ancora visto il film ma immagino che di una pellicola del genere si possano dire tante cose, soprattutto se, come nel caso che vado a raccontare, si introduce l’argomento. Paradossalmente basterebbe anche l’incipit sopra. Invece capita che lunedì sono seduto nella prima classe di un frecciabianca insieme a 3 professionisti di mezza età. Classe dirigente. Per quasi tutto il viaggio i tre, che mostrano una consuetudine anche extralavorativa, parlano di moto, di caccia, di telefonini. Ad un certo punto quello seduto al mio fianco, interrompendo un momento di silenzio, dice: ieri sera sono andato al cinema a vedere The Butler. Un bel film. Era parecchio che non ne vedevo uno così. Penso: interessante. Sentiamo. Non so se i suoi due amici abbiano pensato la stessa cosa. Di sicuro l’espressione manifestava una certa curiosità di ascoltare il seguito. Perché sta nelle cose: se inizi un discorso del genere è perché hai piacere di raccontare, di condividere, di suggerire la visione del film. Invece il seguito è stato: no, un film de negri, ma importante. Gli interlocutori non hanno avuto la minima reazione, né fisica né tantomeno verbale. La normalità più assoluta. Ed è la cosa che mi ha sconvolto di più.

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