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venerdì 8 novembre 2013

Berlusconi, tuo. Come le suore e la prinz verde

Le uscite fuori luogo (per non dire altro) di Berlusconi sono diventate ormai come le gaffe di Mike Bongiorno: dopo un po’ te l’aspetti. E poi perché stupirsi visto che i due protagonisti, parlandone da vivi, avrebbero potuto tranquillamente scambiarsi i ruoli in commedia, e magari, chissà, ne avrebbe guadagnato anche lo spettacolo?  La colpa grave, oltre all’accettazione passiva di questa situazione, dove non si distingue più chi è il politico e chi è il guitto, è la connivenza della stampa. La connivenza  di chi avrebbe il compito di smascherare questo gioco al massacro e invece lo alimenta per mantenersi in vita. Non è necessario che ogni scoreggia che fa Berlusconi, ma come lui chiunque altro, venga riportata dai giornali. Non è necessario che gli editorialisti si impegnino a commentare, o che vengano intervistati gli esponenti della comunità ebraica per stigmatizzare l’ultimo infelice paragone di B. tra i suoi figli e i perseguitati dei lager nazisti. Qual è stato il risultato? Per l’ennesima volta, anche adesso che sta per scomparire dalle istituzioni e che sta trattando la resa,  è stato ribadito il concetto che il personaggio è incommentabile (ma non lo sapevamo dal ’94?) e che sarebbe meglio ignorarlo. Nel frattempo però, quorum ego, si sta parlando ancora di lui. E con quale obiettivo? Che gli italiani si rendano conto con chi hanno a che fare? Visto come sono andate le cose non mi sembra una grande strategia. Chi legge i giornali che mettono alla berlina il cav sono già oltre. Gli altri sono quelli che ridono alle barzellette e gli invidiano le fighe (in questo caso la parte per il tutto è quanto mai opportuna). Che fare, dunque? Una soluzione ci sarebbe. Invece di fare da cassa di risonanza, nelle redazioni, quando arriva una dichiarazione o un video messaggio di Berlusconi, dovrebbero limitarsi a passarselo. Come si faceva con le suore o la Prinz verde. Tuo.

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