Translate

giovedì 14 gennaio 2010

Compositori

Quando un’azienda è allo sbando lo si percepisce anche dalle piccole cose. Ormai non dovrei più stupirmi di nulla, sia per età anagrafica che di pendolarismo, ma ieri sera credo di aver toccato con mano l’assurdo. Il treno regionale delle 17.40 Verona Milano esce dal deposito di Porta Nuova: teoricamente non ci dovrebbero quindi essere problemi di ritardi. Invece alle 17.30 sul tabellone elettronico compare un delay di 15 minuti. Why? Boh, nessuno si prende la briga di spiegarlo. E già qui ci sarebbe da dire. Gli speakers si occupano d’altro. Anzi, arrivano al paradosso di annunciare un treno in partenza dal binario 11 un’ora più tardi. Dal deposito il convoglio si presenta alle 17.50, 5 minuti prima dell’orario di semaforo verde stabilito. E anche qui pensi: visto che l’orario è immutato da settimane e lo rimarrà almeno fino alla prossima estate, non era il caso di prepararsi un po’ prima? A quel punto comunque si capisce che ci sarà un ulteriore slittamento, perché oltre alle carrozze bisogna aspettare la disponibilità di un locomotore nella direzione giusta di marcia. Alle 18.10 siamo inesorabilmente ancora fermi al binario. Dalla centrale operativa nessuna comunicazione, non dico sulle ragioni e sull’ipotesi del ritardo, che evidentemente non si sa ancora, ma per esempio per dire che i viaggiatori con destinazione Brescia, volendo, possono usufruire del regionale delle 18.08 che ferma in tutte le stazioni. Uno perlomeno si regola. In compenso apprendo l’andamento del traffico sulle linee smistate da Verona delle 4 ore successive. Decido di affacciarmi alla porta per chiedere informazioni al capotreno. Purtroppo non riescono ad agganciare il locomotore, ma ormai è questione di minuti. Il treno si muove alle 18.15, 35 minuti dopo l’orario originario. La giustificazione di ferroviedellostato, diffusa finalmente urbi et orbi, è degna di quel genio del loro ad: ci scusiamo per il ritardo dovuto a problemi nella composizione del treno.

Nessun commento: