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venerdì 12 settembre 2008

Forza Italia

Un bel Paese, non c’è che dire. 1) Uomini di destra che occupano legittimamente i posti che occupano ma che non riescono a scrollarsi di dosso il manganello, in un tentativo, fastidioso per non dire altro, di riscrivere la storia con le stesse coordinate di chi parla di calcio al bar dopo aver letto la Gazzetta. 2) Compagni di merende che con il sostegno di una politica connivente cercano di far cassa comprando Alitalia (per probabilmente rivenderla a Air France), riversandoci addosso un mare di debiti e malgrado ciò passano per i salvatori della patria. 3) Merde assolute e senza vergogna che ricattano gli operai della Thyssen proponendo la mobilità o la ricollocazione in cambio: 1. del ritiro della costituzione di parte civile al processo che vede i vertici aziendali alla sbarra per rispondere dell’incendio che costo la vita a non ricordo quanti lavoratori; 2 della rinuncia ad eventuali richieste di danni, in futuro, per eventuali malattie professionali (perchè questo mettere le mani avanti?). 4) Il taglio di decine di migliaia di insegnanti della scuola pubblica quando, per contro, si vanno a dare 5000 miliardi di euro a Gheddafi per costruire una probabile Salerno (Tripoli) Reggio Calabria.



PAURA DEL PILOTA
Gabriele Polo


Salireste su un aereo con alla guida un pilota stanco, sottopagato e arrabbiato? E con delle hostess pronte a rovesciarvi l'aranciata in faccia? Evidentemente no. Ma questo è quello che vi potrebbe succedere se verranno accettate - come in molti sembrano disposti a fare - le proposte della Cai, nuovo acronimo aereo che nelle citazioni ha ormai soppiantato l'antico «Club alpino italiano». Ora, se l'aranciata gettata in faccia da un assistente di volo pagato mille euro al mese può anche essere sopportabile, non lo è certamente l'idea di sollevare i piedi da terra con il rischio di ripiombarci violentemente, causa imperita manovra di un comandante con la mente al mutuo da pagare e uno stipendio di 2.000 euro. E che perdipiù ha dormito poche ore per poter lavorare di più e così arrotondare una magra paga-base. Ben difficile che su quell'aereo ci salirete a cuor leggero - più probabile che cercherete tutte le soluzioni alternative. Tra i tanti paradossi e imbrogli di un'operazione di «salvataggio» fatta soprattutto per salvare la faccia a Berlusconi (ottenendo in cambio un bel po' di commesse collaterali) e i conti della coppia Passera-Toto, c'è anche l'incoerenza tra le sbandierate dichiarazioni per «un'impresa di qualità» e l'inesistente qualità del servizio promessa ai viaggiatori. Che, poi, è una tradizione del capitalismo italiano, il cui «sviluppo» è sempre stato cercato nella contrazione dei costi (a iniziare da quello del lavoro), pensando che il lavoratore sia solo una merce da comprare a basso prezzo e il prodotto una voce puramente quantitativa, facendo utili sul «numero». La merce è, invece, il prodotto, nel caso dei trasporti aerei, i voli; e perché sia un buon prodotto i «produttori» devono essere gratificati da un minimo di tangibile riconoscenza - misurabile in stipendi, orari e diritti. Invece la Cai, oltre a scaricare i costi economici su tutti noi (è stato calcolato che la liquidazione della bad company costerà 100 euro a ogni cittadino italiano, infanti compresi), pensa di nascere costringendo i suoi futuri dipendenti a condizioni di lavoro pesantissime, presupponendo un servizio pessimo, mettendo a rischio la sicurezza di chiunque salga su quegli aerei. Che saranno anche «nuovi», ma con equipaggi rapidamente «invecchiati» da stress e rancori. Quale tipo di competitività possa avere una simile azienda solo Colaninno lo sa. Ma - si dice - «al di là di questo c'è il fallimento». Bel ragionamento: prima fanno saltare la trattativa con Air France, poi mettono a carico della collettività le perdite, infine impongono un'organizzazione del lavoro da terzo mondo. Tutto in nome dell'italianità. Valore assoluto in cui, evidentemente, non rientrano piloti, hostess e altri addetti «dell'aria». E nemmeno i potenziali viaggiatori. Che piuttosto di salire su simili aerei per una vacanza alle Seychelles, preferiranno ripiegare su una gita in montagna. Magari organizzata dal Cai. Quello vero.

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