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lunedì 13 maggio 2019
La logica della lampara

martedì 26 febbraio 2019
L'unica storia

domenica 24 febbraio 2019
Mio padre è stato anche Beppe Viola

Marina Viola, la seconda della 4 figlie di
Beppe, a oltre 30 anni dalla morte del padre ha cercato di ricostruirne
l’identità attraverso i racconti degli amici più cari, quelli noti e quelli
sconosciuti: del bar, dell’ippodromo, della strada. L’ha fatto perché quando muore
tuo padre e tu sei ancora una bambina i ricordi con il tempo si affievoliscono e
il rischio è che rimanga solo il mito. Ma anche per lasciarlo finalmente andare
quel papà che è stato anche Beppe Viola. E’ un bel libro questo firmato da
Marina: sull’uomo, sul padre, sul marito, con tutti i suoi pregi e i tanti
difetti. A me manca Beppe Viola, manca tanto, come credo manchi a chi fa il
giornalista. Immagino alle figlie. Non arriverà mai il momento di dirgli addio.
giovedì 10 gennaio 2019
Il mio Novecento

domenica 6 gennaio 2019
Blackout

martedì 20 novembre 2018
Gli anni al contrario

Molti
ragazzi di quella generazione, intrisi di ideali politici, di grandi slanci, di
sentimenti estremi, sono stati salvati da una passione bambina e grazie a lei
sono diventati adulti: il calcio.
sabato 17 novembre 2018
Brunò, il commissario francese
Ho
letto di recente Grand Prix di Martin Walker e non mi aveva entusiasmato
particolarmente, Devo dire invece che il romanzo d’esordio di questa serie - Brunò, il commissario francese – è un bel noir. La vicenda è ben raccontata, così come le implicazioni storiche e politiche che la sottendono, i personaggi, a partire dal protagonista, sono disegnati alla perfezione e Walker li fa muovere con grande maestria, in un territorio - St Denis, cittadina del Perigord - che l’autore conosce molto bene e non solo ne apprezza i paesaggi ma anche il cibo e il vino, ingredienti che ormai fanno parte integrante della scrittura gialla. Benoît Courrèges, detto Brunò, è l’unico poliziotto di St. Denis, alle dipendenze dirette del sindaco, con compiti più di salvaguardia e tutela dell’ambiente che di ordine pubblico. Tanto da trovare il tempo anche di allenare la squadra locale di rugby e di insegnare tennis ai ragazzi del paese. Una vita tranquilla, quasi bucolica, quella di Brunò, fino al giorno in cui viene improvvisamente scoperto il cadavere di un anziano algerino, eroe di guerra, ucciso brutalmente e oltraggiato con una svastica incisa sul petto. Un omicidio a sfondo razzista è la prima ipotesi sulla quale Brunò e la squadra di investigatori arrivati da Parigi iniziano a lavorare. E i primi sospetti cadono infatti su un ragazzo di buona famiglia che si scopre essere legato a movimenti di estrema destra. Ma, come spesso accade, la verità sta nei dintorni, e servirà tutto l’acume e la conoscenza dei propri concittadini di Benoit Courrèges per scrivere il finale di questa storia, che affonda le radici nel passato, in uno dei periodi più tormentati della storia francese: la Seconda guerra mondiale. La cosa bella in questo caso, almeno per me, è che alla scoperta della verità non viene fatta giustizia, come vorrebbero la legge, l’etica e la morale. Perché a volte – mettiamola così – c’è un giusto che non corrisponde al vero So che è un terreno molto scivoloso ma se leggerete il libro forse concorderete con me.
particolarmente, Devo dire invece che il romanzo d’esordio di questa serie - Brunò, il commissario francese – è un bel noir. La vicenda è ben raccontata, così come le implicazioni storiche e politiche che la sottendono, i personaggi, a partire dal protagonista, sono disegnati alla perfezione e Walker li fa muovere con grande maestria, in un territorio - St Denis, cittadina del Perigord - che l’autore conosce molto bene e non solo ne apprezza i paesaggi ma anche il cibo e il vino, ingredienti che ormai fanno parte integrante della scrittura gialla. Benoît Courrèges, detto Brunò, è l’unico poliziotto di St. Denis, alle dipendenze dirette del sindaco, con compiti più di salvaguardia e tutela dell’ambiente che di ordine pubblico. Tanto da trovare il tempo anche di allenare la squadra locale di rugby e di insegnare tennis ai ragazzi del paese. Una vita tranquilla, quasi bucolica, quella di Brunò, fino al giorno in cui viene improvvisamente scoperto il cadavere di un anziano algerino, eroe di guerra, ucciso brutalmente e oltraggiato con una svastica incisa sul petto. Un omicidio a sfondo razzista è la prima ipotesi sulla quale Brunò e la squadra di investigatori arrivati da Parigi iniziano a lavorare. E i primi sospetti cadono infatti su un ragazzo di buona famiglia che si scopre essere legato a movimenti di estrema destra. Ma, come spesso accade, la verità sta nei dintorni, e servirà tutto l’acume e la conoscenza dei propri concittadini di Benoit Courrèges per scrivere il finale di questa storia, che affonda le radici nel passato, in uno dei periodi più tormentati della storia francese: la Seconda guerra mondiale. La cosa bella in questo caso, almeno per me, è che alla scoperta della verità non viene fatta giustizia, come vorrebbero la legge, l’etica e la morale. Perché a volte – mettiamola così – c’è un giusto che non corrisponde al vero So che è un terreno molto scivoloso ma se leggerete il libro forse concorderete con me.
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