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lunedì 8 luglio 2013

Questioni di merde

Attenti a dire che l’Italia è un paese di merda: da oggi si rischia una denuncia per vilipendio. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, chiamata a prendere in esame il caso di un signore, non importa chi, che aveva espresso il suo colorato giudizio (e non è una battuta) a causa di una multa. Il diritto di manifestare il proprio pensiero in qualsiasi modo (per esempio dire che l’Italia è un paese di merda, ndr), scrivono gli ermellini, “non può trascendere in offese grossolane e brutali prive di alcuna correlazione con una critica obiettiva". Per integrare il reato, previsto dall'articolo 291 del codice penale, "è sufficiente una manifestazione generica di vilipendio alla nazione, da intendersi come comunità avente la stessa origine territoriale, storia, lingua e cultura, effettuata pubblicamente". L’Italia è un paese di merda rientra dunque tra queste.

Il reato in esame (l’Italia è un paese di merda, ndr), spiega la Suprema Corte, "non consiste in atti di ostilità o di violenza o in manifestazioni di odio: basta l'offesa alla nazione, cioè un'espressione di ingiuria o di disprezzo che leda il prestigio o l'onore della collettività nazionale, a prescindere dai vari sentimenti nutriti dall'autore".
Ecco perché il comportamento dell'imputato, che "in luogo pubblico, ha inveito contro la nazione", (gridando, lo ricordo, l’Italia è un paese di merda) , "sia pure nel contesto di un'accesa discussione dopo la contestazione elevatagli dai carabinieri per aver condotto un'autovettura con un solo faro funzionante, integra il delitto di vilipendio previsto dall'articolo 291 del codice penale".
Questo, osservano sempre i giudici, "sia nel profilo materiale, per la grossolana brutalità delle parole pronunciate pubblicamente, tali da ledere oggettivamente il prestigio o l'onore della collettività nazionale, sia nel profilo psicologico, integrato dal dolo generico, ossia dalla coscienza e volontà di proferire, al cospetto dei verbalizzanti e dei numerosi cittadini presenti sulla pubblica via nel medesimo frangente, le menzionate espressioni di disprezzo, a prescindere dai veri sentimenti nutriti dall'autore e dal movente, nella specie di irata contrarietà per la contravvenzione subita, che abbia spinto l'agente a compiere l'atto di vilipendio": l’Italia è un paese di merda.

Domanda. Se però, genericamente, parliamo di un luogo, Utopia, per dire, sotto scacco da 20 anni di un tycoon televisivo e dall’incapacità della politica di cancellarne le gesta; un paese capace di eleggere per due legislature e di pagare lo stipendio a un mentecatto del genere http://video.repubblica.it/politica/razzi-e-l-interrogazione-impossibile-sui-corridoi-ferroviari/132791/131310?ref=search ; un paese che non ha rispetto della propria cultura; che costringe persone alla soglia dei 50 anni e con 3 lauree al precariato scolastico; che ogni primo luglio le umilia a fare la fila sin dalle prime luci dell’alba all’ufficio collocamento per elemosinare la disoccupazione, ecc. ecc.: questo possiamo dirlo che è un paese di merda o no? Se poi questo paese è anche l’Italia, pazienza.

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