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venerdì 15 novembre 2019
La versione di Fenoglio

lunedì 11 novembre 2019
Effetto domino

giovedì 7 novembre 2019
Niente caffè per Spinoza

giovedì 31 ottobre 2019
Ogni riferimento è puramente casuale

lunedì 28 ottobre 2019
Noir all'italiana
Del Codice dei Cavalieri di
Cristo e di Confusione morale ho già parlato in due post dedicati. Un accenno
l’ho già fatto anche sull’Uomo liquido, lettura esilarante: Morozzi ha grandi
doti narrative, per due libri è stato capace di tenere in piedi la storia,
drammatica, di quest’uomo che a causa di una rarissima malattia ha perso pene e
testicoli, rimanendo in pratica liscio – L’uomo liscio era il titolo del primo
romanzo – riuscendo comunque a mantenere integra la sua fama di donnaiolo. Le
altre 4 letture sono tutti noir e le vorrei riassumere brevemente qui,
dichiarando sin da subito le mi preferenze, tra conferme, belle sorprese e
piccole delusioni.
La conferma è Roberto Perrone
con il terzo romanzo della serie che ha per protagonista Annibale Canessa,
libri da leggere in sequenza perché altrimenti si perdono alcuni riferimenti,
soprattutto i rapporti tra i personaggi che ruotano intorno al colonnello in
pensione. Nell’Ultima volontà, il finto suicidio di un giovane ricercatore
porta Annibale e la sua strana squadra, che ricorda un po’ quella
dell’Alligatore di Massimo Carlotto, in Emilia, negli anni della guerra
partigiana, per fare luce su una vicenda allora sotterrata in fretta e furia e
poi caduta nell’oblio. Perrone mette il dito in questioni politiche ancora
sensibili sulla lotta di Liberazione, ma lo fa con grande maestria e abilità,
senza la pretesa di voler riscrivere la storia o dare giudizi. In attesa del
prossimo Canessa, una bella opera prima:
Il seme della violenza di
Ludovico Paganelli. Siamo nella Milano dell’Expo, alla vigilia di Natale. Un
broker viene assassinato e il commissario Margot Blanchard, donna tutta da
declinare al superlativo, a partire da bellissima, si ritrova man mano immersa
in una storia torbida, che va oltre la finanza, i soldi liquidi e le perdite in
borsa, come possibile movente del delitto. Racconta di donne violate,
connivenze e abusi di potere che riporteranno il commissario Blanchard a fare i
conti con un passato personale doloroso, sotterrato per anni in un armadio
insieme alle foto e le lettere che ne danno contezza ma che ora è chiamata ad
affrontare, per sé e per non perdere gli affetti più cari. Lo consiglio.
Su Il cuoco dell’Alcyon ho
qualche remora. Il testo nasce come sceneggiatura per una coproduzione italo
americana e si vede, nonostante Camilleri abbia rivisto la scrittura per darle
la dimensione del romanzo, Il Maestro ci consegna però un Montalbano diverso da
quello che conosciamo e a mio avviso poco credibile. I temi sono quelli cari a
Camilleri, a partire dal malaffare ai più alti livelli, che si incontra su una
barca a vela e che un duo quasi comico, Montalbano Fazio, è chiamato a
sgominare in appoggio all’FBI. Ho letto recensioni molto positive su
quest’ultimo Montalbano, con argomentazioni peraltro condivisibili, per esempio
le riflessioni sulla società attuale, nel caso specifico il mondo del lavoro,
che sempre contraddistinguono i romanzi di Camilleri. Ferma restando la
scrittura magnetica e le contaminazioni tra giallo e spy story continuo però a
non essere convinto e a preferire il vecchio Commissario.
Chiudo con Farinetti che ha da
sempre abituato a trame solide e coinvolgenti, immerse nei profumi e nelle
atmosfere piemontesi – nello specifico
delle Langhe - e che a quattro anni dall’ultimo romanzo ci consegna
questo La Bella Sconosciuta, che devo confessare mi ha lasciato un po’ l’amaro
in bocca. Nel libro ci sono più o meno tutti i personaggi farinettiani, sempre
ben disegnati e caratterizzati con precisione e ironia, ci sono come detto le
Langhe e i suoi paesaggi, c’è la storia - il morto che più o meno tutti
avrebbero potuto ammazzare e un colpevole che non ti aspetti – ma.
Personalmente non mi convince la parte, chiamiamola così, sociale, sempre
presente anche in Farinetti. Nel caso specifico un tema delicato e tuttora
sensibile come il cambio di sesso, che comporta un percorso interiore e di
accettazione e che qui finisce per risultare una provocazione e una punizione –
vendetta? – verso un certo conformismo borghese.
domenica 27 ottobre 2019
La confusione morale

venerdì 25 ottobre 2019
Il Codice dei Cavalieri di Cristo

giovedì 24 ottobre 2019
Non c'è stata nessuna battaglia

mercoledì 23 ottobre 2019
Lavoro a mano armata

mercoledì 5 giugno 2019
Per questo mi chiamo Giovanni

martedì 28 maggio 2019
La guerra dei nostri nonni

lunedì 27 maggio 2019
Sinistri

“Sinistri” non è un libro di fantapolitica. È un romanzo politico appassionante. Anzi, il futuro è solo un pretesto per analizzare la realtà e per dire che non serve essere politologi per capire cosa stiamo vivendo e cosa ci aspetta. Sopratutto che non c’è nulla di nuovo o di clamoroso. Le risposte sono già state scritte, basta leggere appena sotto la superficie. Due parole sugli autori. Tersite Rossi è un collettivo di scrittura. Prende il nome dal Tersite omerico, un antieroe che sfidò l’ipocrisia del potere ma finì per essere bastonato e deriso Siamo nel 2023. L’Italia è stata ormai traghettata nella Terza Repubblica. Al governo c’è il Partito della Felicità che ha messo al bando tutte le altre forze politiche in nome di una fantomatica pace sociale. Una “risoluzione programmatica” iniziata qualche anno prima e culminata nel 2019 con l’arresto, la condanna per terrorismo e la sparizione fisica di quella che all’epoca venne ribattezzata la Banda dei Nove: i leader del principale Movimento d’opposizione nato dal blog antieroi.org. Solo l’ideologo, Adelos, l’uomo senza volto, che nessuno ha mai visto, sfugge alla cattura. Il 15 maggio 2023, anniversario della caduta del Movimento, sul tavolo del capo della Polizia, Egidio Servillo, arriva un plico. Contiene 10 racconti, apparentemente slegati tra loro. Da un’attenta lettura Servillo capisce però che ognuno si riferisce ad un componente della Banda. E tutti insieme raccontano a loro volta una storia di potere, di violenza, di orrore. È evidente che a scriverli non può essere stato che Adelos. E a quel punto Egidio Servillo ha anche tutti gli elementi per intuirne l’identità. Ma non è questa scoperta il risvolto più inquietante e non lo è nemmeno il pericolo del ritorno dei terroristi.
“Sinistri”
non è un libro di fantapolitica. È un romanzo politico appassionante. Anzi, il
futuro è solo un pretesto per analizzare la realtà e per dire che non serve
essere politologi per capire cosa stiamo vivendo e cosa ci aspetta. Sopratutto
che non c’è nulla di nuovo o di clamoroso. Le risposte sono già state scritte,
basta leggere appena sotto la superficie. Due parole sugli autori. Tersite
Rossi è un collettivo di scrittura. Prende il nome dal Tersite omerico, un
antieroe che sfidò l’ipocrisia del potere ma finì per essere bastonato e
deriso.antieroi.org. Solo l’ideologo, Adelos, l’uomo senza volto,
che nessuno ha mai visto, sfugge alla cattura. Il 15 maggio 2023, anniversario
della caduta del Movimento, sul tavolo del capo della Polizia, Egidio Servillo,
arriva un plico. Contiene 10 racconti, apparentemente slegati tra loro. Da
un’attenta lettura Servillo capisce però che ognuno si riferisce ad un
componente della Banda. E tutti insieme raccontano a loro volta una storia di
potere, di violenza, di orrore. È evidente che a scriverli non può essere stato
che Adelos. E a quel punto Egidio Servillo ha anche tutti gli elementi per
intuirne l’identità. Ma non è questa scoperta il risvolto più inquietante e non
lo è nemmeno il pericolo del ritorno dei terroristi.
“Sinistri” non è un libro di fantapolitica. È un romanzo politico appassionante. Anzi, il futuro è solo un pretesto per analizzare la realtà e per dire che non serve essere politologi per capire cosa stiamo vivendo e cosa ci aspetta. Sopratutto che non c’è nulla di nuovo o di clamoroso. Le risposte sono già state scritte, basta leggere appena sotto la superficie. Due parole sugli autori. Tersite Rossi è un collettivo di scrittura. Prende il nome dal Tersite omerico, un antieroe che sfidò l’ipocrisia del potere ma finì per essere bastonato e deriso
“Sinistri” non è un libro di fantapolitica. È un romanzo politico appassionante. Anzi, il futuro è solo un pretesto per analizzare la realtà e per dire che non serve essere politologi per capire cosa stiamo vivendo e cosa ci aspetta. Sopratutto che non c’è nulla di nuovo o di clamoroso. Le risposte sono già state scritte, basta leggere appena sotto la superficie. Due parole sugli autori. Tersite Rossi è un collettivo di scrittura. Prende il nome dal Tersite omerico, un antieroe che sfidò l’ipocrisia del potere ma finì per essere bastonato e deriso
lunedì 13 maggio 2019
La logica della lampara

martedì 26 febbraio 2019
L'unica storia

domenica 24 febbraio 2019
Mio padre è stato anche Beppe Viola

Marina Viola, la seconda della 4 figlie di
Beppe, a oltre 30 anni dalla morte del padre ha cercato di ricostruirne
l’identità attraverso i racconti degli amici più cari, quelli noti e quelli
sconosciuti: del bar, dell’ippodromo, della strada. L’ha fatto perché quando muore
tuo padre e tu sei ancora una bambina i ricordi con il tempo si affievoliscono e
il rischio è che rimanga solo il mito. Ma anche per lasciarlo finalmente andare
quel papà che è stato anche Beppe Viola. E’ un bel libro questo firmato da
Marina: sull’uomo, sul padre, sul marito, con tutti i suoi pregi e i tanti
difetti. A me manca Beppe Viola, manca tanto, come credo manchi a chi fa il
giornalista. Immagino alle figlie. Non arriverà mai il momento di dirgli addio.
giovedì 10 gennaio 2019
Il mio Novecento

domenica 6 gennaio 2019
Blackout

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