Sarebbe troppo facile prendersela con Trenitalia, anche se, probabilmente, si avrebbe una qualche ragione. Voglio però credere che, come spesso accade, non è per forza di cose l’istituzione colpevole dei comportamenti dei singoli dipendenti, a meno di precisi ordini di servizio di cui non sono a conoscenza. In ogni caso, sarebbe auspicabile che nell’applicare il regolamento i controllori si affidassero più spesso al buon senso. La lettera che segue è stata pubblicata oggi da un quotidiano online di Bergamo
Egregio direttore,
vorrei condividere con Lei e con i lettori la disavventura capitata a mio figlio Luca, che lunedì mattina ha preso, assieme alla sua classe, il treno Bergamo-Milano delle 7.50, per una gita scolastica.
Arrivato alla stazione di Bergamo, ha regolarmente acquistato e obliterato un biglietto da 50 Km.
Al momento della verifica, però, il controllore lo ha contestato, dato che la distanza tra Bergamo e Milano Centrale è di ben 3,742 Km superiore al suddetto biglietto, secondo i dati ufficiali FS.
Da notare che la tratta Bergamo-Milano Lambrate è di 49,669 Km.
Risultato? Biglietto non valido, multa di 200 €, disagi e ritardi per tutta la classe, gita a Milano rovinata.
Se guardiamo il regolamento, lo zelante controllore ha agito in maniera ineccepibile.
Ha punito, in maniera esemplare, un ragazzo di 16 anni, reo di non aver misurato i 3,742 Km. e di non essere esperto di stazioni e di distanze. Non certo di aver tentato di "fare il furbo" (credo il "risparmio" sia stato nell'ordine di 0,50€).
Ma il regolamento non può arrivare dappertutto. Serve anche il valore umano.
E io, malgrado mi sforzi, in questa vicenda non riesco proprio a trovarlo, anzi: a giudicare da come è stata gestita la situazione, anche e soprattutto a livello (dis-)umano, mi viene in mente l'antico adagio: la legge, coi nemici si applica e con gli amici si interpreta.
E' questo il rapporto che Trenitalia vuole avere con i suoi clienti ?
Infine, una domanda sorge spontanea: dietro questo zelo e questa solerzia al limite della protervia, non si cela forse un buco di capacità gestionale e relazionale e un drammatico bisogno di fare cassa a tutti i costi ?
Siamo tutti avvisati...
Paolo Pontremolesi
Nessun commento:
Posta un commento